Vivien Leigh, per sempre Rossella O'Hara

L'interprete di Rossella O'Hara è scomparsa cinquantuno anni fa

Aveva solo cinquantatré anni Vivien Leigh, volto celebre di Rossella O'Hara in 'Via col vento', quando la morte la portò via, a Londra, per una grave forma di tubercolosi. Quella fine tragica, il 7 luglio del '67, purtroppo, non era il triste epilogo di uno dei suoi film. Era tutto vero, come era vera Vivien in ogni sua interpretazione. L'universo interiore controverso delle donne che interpretava sullo schermo era anche il suo. Dalla capricciosa Rossella di 'Via col vento' alla psicotica Blanche di 'Un tram chiamato desiderio'. I ritratti femminili di Vivien Leigh riflettevano la sua stessa debolezza di vivere e le sue stesse ansie interiori. Entrambe queste interpretazioni cariche di phatos gli valsero un Oscar. Il primo, nel '39, al fianco di Clark Gable nei panni di Rhett Butler. Il secondo, datato 1951, con Marlon Brando, lo Stanley Kowalski brutale e sensuale. Incoronata nel 2006, da un sondaggio inglese, la 'più bella britannica di tutti i tempi', la Leigh è stata una diva decisamente anomala nel panorama hollywoodiano, avendo girato nell'arco della carriera, nonostante le numerose offerte, solo una ventina di film.

Vivien Leigh, per sempre Rossella O'Hara

Nata in India il 5 novembre 1913, all'anagrafe Vivian Mary Hartley, visse tra gli angoli esotici dell'Asia meridionale fino all'età di sei anni. Suo padre era un alto funzionario inglese delle colonie poco prima della Prima guerra mondiale. La famiglia si stabilì poi in Inghilterra dove Vivien frequentò una scuola gestita da suore. Una educazione rigida che rese l'infanzia della futura Rossella O'Hara complicata. A diciotto anni, spinta dalla vocazione artistica, ma anche dalla consapevolezza della sua eccezionale bellezza, approdò all'Accademia di Londra. La sua prima passione era il teatro, ma Vivien guardava con estremo interesse al mondo dei set cinematografici. Una realtà che stava prendendo sempre più piede. Il suo ingresso nel mondo patinato del cinema e delle star avvenne nel 1932. Un anno prima, giovanissima, sposò Hubert Leigh Holman, importante avvocato patrocinante alla Corte Suprema. Unione da cui nacque l'anno dopo la figlia Suzanne. Il debutto sul palcoscenico avvenne a teatro con 'The Green Sash'.

Gli Oscar per 'Via col vento' e 'Un tram chiamato desiderio'

Vivien esordì sul grande schermo con pellicole come 'Things are looking up', e 'Gentleman's agreement', che però non lasciarono il segno.  Passò quasi inosservata, nonostante la sua impeccabile recitazione. La vera svolta arrivò nel '38, quando venne scelta come protagonista femminile di 'Via col vento', film tratto dal fortunatissimo romanzo di Margaret Mitchell. Fu la prima attrice inglese a vincere un Oscar, nonostante fosse poco conosciuta negli States. L'attrice era ancora sposata con Hubert Leigh, nonostante avesse una relazione da circa un anno con Laurence Olivier. Una relazione ufficializzata solo nel '40, quando entrambi divorziarono. Il 30 agosto dello stesso anno, Vivien Leigh sposò Laurence Olivier a Santa Barbara con una cerimonia civile a cui furono presenti solo i due testimoni, l'attrice Katherine Hepburn e lo scrittore e sceneggiatore Garson Kain. Una fortuna per Vivien che quel film fosse già leggenda, perché se lo scandalo fosse venuto a galla prima, per lei il successo di 'Via col vento' non sarebbe mai arrivato. Quello di un'eroina romantica, tra innocenza e civetteria, grintosa, caparbia e appassionata.

Vivien Leigh, per sempre Rossella O'Hara

Dei personaggi mitici di una pellicola considerata un simbolo della cinematografia dei classici, è rimasta solo Olivia de Havilland, la Melania cugina di Rossella O'Hara, che, dopo varie peripezie, fu l'unica a perdere la vita nella pellicola dei protagonisti. La stessa cosa, però, non è successa nella vita reale, visto che l'attrice ha compiuto da pochi giorni 102 anni. 'Via col vento' ha conquistato ben otto Oscar. Eppure non fu la migliore interpretazione di Vivien. Nel '51 vestì i panni della fragile e nevrotica Blanche Dubois nel film 'Un tram chiamato desiderio' di Elia Karzan. E si aggiudicò la seconda statuetta. Tra gli aneddoti legati alle manie dell'interprete di Rossella O'Hara, si dice che usasse uno dei suoi due Oscar come fermaporta del bagno. E quella 'passione' per il fumo (pare che durante le riprese di 'Via col vento' fumasse quattro pacchetti di sigarette al giorno) associata a una terribile depressione. La situazione non migliorò di certo dopo il divorzio da Olivier. Per Vivien fu solo l'inizio della fine. Trascorsi gli ultimi anni di vita con John Merival, il suo corpo deperì lentamente con il tempo, fino a che una grave forma di tubercolosi la fece volare in cielo il 7 luglio 1967.

Le passioni e i drammi di Vivien Leigh

Vivien Leigh amava molto i gatti, soprattutto i siamesi. Non le piacevano le sue mani e le nascondeva con i guanti, ne possedeva più di centocinquanta paia. Il suo era un animo delicato e controverso, con la magia che quel suo essere fosse perfetto per i ruoli che ogni volta le calzavano a pennello. Tra alti e bassi, come nella sua vita. Il '44 fu un anno orribile per Vivien. Cleopatra, il film che avrebbe dovuto interpretare, ebbe un risvolto tragico. Durante le prove, Vivien cadde a terra ed ebbe un aborto spontaneo. La sua salute ne risentì moltissimo. Insonnia, difficoltà respiratorie, depressione, disturbi bipolari diventarono abituali compagni di viaggio per Vivien Leigh, che iniziò anche a bere alcol e fu sottoposta all'elettroshock. La terapia, all'epoca ancora rudimentale, le provocò danni permanenti alle tempie. Nel '53 l'attrice ebbe un altro aborto e dovette ritirarsi dalle riprese de 'La pista degli elefanti'.

Vivien Leigh, per sempre Rossella O'Hara

Pochi, guardando quell'eroina romantica dal volto di Rossella O'Hara, hanno immaginato la sua fragilità e la sofferenza interiore. Quella di una donna dalla bellezza straordinaria che imprigionava un'esistenza complicata fatta di euforia intervallata a profondi stati d'ansia e dolore. La fama e la sofferenza, la gloria e la malattia si sono alternate nel corso dei suoi cinquantatré anni. Volata via troppo presto, inseguendo una pace che in vita aveva sperato e mai trovato, nonostante i bagliori del successo. Nonostante tutto però, per tutti, lei è e sarà sempre Rossella O'Hara. Quella donna che, lasciando intravedere un'ultima speranza, una luce improvvisa nel buio, diceva: "Dopo tutto domani è un altro giorno".

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