La bellezza dei borghi d'Italia, in seimila rischiano l'abbandono

Presi d'assalto dai turisti, ma molti borghi d'Italia rischiano di scomparire

La riscoperta delle città d'arte e dei borghi d'Italia, gioielli incastonati nel Belpaese. È boom di turisti, ma seimila centri storici rischiano l'abbandono. A lanciare l'allarme è l'associazione ambientalista Italia Nostra, secondo cui a fronte di una vera e propria riscoperta dei borghi da parte dei viaggiatori, non ci sarebbe  un'adeguata cura di molti luoghi che costituiscono un immenso patrimonio culturale. Un patrimonio oggi minacciato "dall'incuria, da politiche inadeguate, dalla mancanza di vigilanza e progettualità da parte delle istituzioni, dall'abbandono".

Borghi d'Italia

Borghi, pezzi di storia, scorci incredibili tra monumenti, stazzi e alpeggi. Luoghi dell'anima dove però non è rimasto più nessun abitante. Spesso straordinari gioielli di storia che, tuttavia, restano completamente, e immotivatamente, al di fuori del flusso turistico. Un patrimonio inestimabile che, alla luce dei recenti dati sul successo turistico dei borghi abitati, frutterebbe non poco al sistema economico del Belpaese. Oltre a custodire con cura paesi, villaggi e spazi che rappresentano la nostra ricchezza culturale.

L'appello di Italia Nostra, tutelare la bellezza dei borghi

Secondo un'indagine del Centro Studi Turistici di Firenze e di Confesercenti, il 2017 è stato un anno record per il turismo nelle città d'arte e, soprattutto, per i piccoli borghi, con 95 milioni di presenze, soprattutto stranieri. Questi ultimi, con una crescita di oltre il 30 per cento dal 2010 al 2017, hanno inciso notevolmente sulla spesa complessiva. Mentre, sempre negli ultimi anni, si è registrato un calo del 5,4 per cento per i turisti italiani. Ma al di là del successo dei borghi tra le mete preferite, l'allarme su quelli abbandonati resta.

Borghi d'Italia

Ecco perchè Italia Nostra Nostra lancia alle Istituzioni e a tutti gli attori coinvolti un appello, con una parola d'ordine in testa. Rigenerare. "Rigenerazione, tutela, messa in sicurezza, infrastrutture, sviluppo. Sono
questi i termini chiave - sottolinea l'associazione - allo scopo di salvaguardare e valorizzare il territorio, i centri storici, i nostri grandi e piccoli borghi". Da qui l'importanza del recupero di una componente culturale che è un delitto disperdere.

Il progetto del sito UNESCO di Monte Sant'Angelo

A testimonianza dell'impegno di Italia Nostra per intervenire attivamente con delle buone pratiche di promozione del territorio, la sperimentazione nel sito UNESCO di Monte Sant'Angelo in Puglia. "Obiettivo del progetto - ha fatto notare Maria Gioia Sforza, consigliere nazionale, nonchè presidente Sezione Gargano e Terre dell'Angelo, di Italia Nostra - il recupero del centro storico, delle mura medievali, dei terrazzamenti, e l'ampliamento della buffer zone, avviata da tempo in collaborazione con il Comune di Monte Sant'Angelo, la Tecnische Universitaet Wien, l'Universita' Federico II di Napoli, la Scuola Ingegneria e Architettura di Bari".

Borghi d'Italia

Il progetto è finalmente partito in questi giorni: sessanta neoarchitetti austriaci hanno visitato e studiato Monte Sant'Angelo per attivare un processo di rigenerazione urbana in questo centro di dodici mila abitanti che ha un forte decremento demografico. Una goccia nel mare nella valorizzazione del territorio, un percorso virtuoso in cui resta fondamentale vigilare e monitorare il territorio nazionale attraverso le duecento sezioni di Italia Nostra.

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Occhi profondi e voce soul: buon compleanno Giorgia

Giorgia, storia di una vera fuoriclasse tra le star della musica

L'eterna ragazza che mangia troppa cioccolata, la 'ladra di vento' dallo 'spirito libero' compie 47 anni. Per tutti è solo e sempre Giorgia, all'anagrafe Giorgia Todrani. Una delle star più amate nel firmamento della canzone italiana. Nata il 26 aprile del '71, autrice di oltre cento brani, amata non solo in Italia ma con un seguito notevole in Europa, Canada e America Latina. Una voce soul e un'estensione di tre ottave in un corpo minuto e due occhioni grandi e profondi. Giorgia, ambasciatrice Unicef e della romanità, ha venduto circa sette milioni di copie con dodici album nella top-ten italiana, cinque dei quali arrivati al numero uno.

Buon compleanno Giorgia

Giorgia è una numero uno, una fuoriclasse della musica, un'artista vera e completa. Ha partecipato quattro volte al Festival di Sanremo ottenendo nella categoria big il primo, il terzo e il secondo posto, mentre nell'autunno del 1993 ha vinto il concorso Sanremo Giovani. Nell'edizione del 1995, in cui risultò vincitrice, conquistò quattro premi: primo posto big, premio della critica (prima cantante ad aggiudicarsi entrambi i principali riconoscimenti), premio autori e premio Radio e TV. Ha vinto 14 Italian Wind Music Awards, l'MTV History Award, un Premio Lunezia, l'onorificenza UniMarche di Musicultura e un Nastro d'argento. E ha ricevuto una candidatura al David di Donatello.

Giorgia e Pino Daniele, il successo dell'album 'Mangio troppa cioccolata'

Una star della musica che ha collaborato con artisti del calibro di Luciano Pavarotti, Nicola Piovani, Ray Charles, Mina, James Taylor. E Pino Daniele, che incontra nel 1997:  tra i due cantanti nasce un'amicizia speciale e una collaborazione che sfocia nell'album 'Mangio troppa cioccolata'. Un'avventura artistica che regala a Giorgia una nuova soddisfazione debuttando alla prima posizione della classifica FIMI: vende in dieci giorni ben 300mila copie, con un totale di oltre 600mila. Il disco è prodotto proprio dal musicista napoletano.

Buon compleanno Giorgia

'Mangio troppa cioccolata' segna una svolta nella musicalità dell'artista, grazie all'influenza di Pino Daniele unito alle melodie pop-soul della cantante. L'album riceve una candidatura al Premio italiano della musica come 'Miglior album dell'anno' nel 1998. La melodia cambia nel 2002: Giorgia, dopo la perdita del compagno Alex Baroni,  pubblica 'Greatest Hits - Le cose non vanno mai come credi', raccolta di successi con l'aggiunta di tre inediti: 'Vivi davvero', 'Marzo' (dedicata ad Alex Baroni dal cui testo è tratto il titolo della raccolta) e una nuova versione di 'E poi'. Un album che ha venduto negli anni oltre un milione di copie.

Giorgia e i suoi 'viaggi di voce', una carriera iniziata nel '92

La carriera dell'eterna ragazza piena 'Di sole e d'azzurro', luminosa e vera come un 'Girasole', è sfavillante e senza fine. Il 21 novembre 2008 viene pubblicato il cofanetto antologico di Giorgia intitolato 'Spirito libero - Viaggi di voce 1992-2008'. Contiene la storia della carriera artistica della cantautrice, a partire dai suoi esordi nel 1992 con 'Io vorrei la pelle nera'. Una raccolta che rappresenta l'inizio di un processo di rinnovamento della sua carriera. A giugno del 2011 viene pubblicato per il mercato digitale il singolo 'Il mio giorno migliore', diffuso anche in radio, divenuto uno dei brani più trasmessi dell'estate.

Buon compleanno Giorgia

Il successo estivo fa parte dell'ottavo album di inediti dell'artista, 'Dietro le apparenze', definito da iTunes 'Album Pop 2011'. La maggior parte dei brani dell'album è firmata da Giorgia con il compagno Emanuel Lo, ma sono anche presenti brani in collaborazione con altri artisti come Jovanotti in 'Tu mi porti su', Eros Ramazzotti, con cui Giorgia duetta in 'Inevitabile', Marina Rei, autrice del brano 'Passerà l'estate'. Un album che segna un'altra tappa fondamentale della sua carriera: Giorgia viene premiata il 26 maggio 2012 presso l'Arena di Verona col Wind Music Award nella categoria CD Platino.

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Chernobyl, 32 anni fa il disastro alla centrale nucleare

Il 26 aprile dell'86 il disastro nucleare di Chernobyl

Il 26 aprile del 1986 è la tragica data in cui il mondo assiste impotente al più grave incidente nucleare della storia. Un incidente catastrofico classificato con il massimo livello, il settimo, nella scala INES dell'AIEA. Il disastro avviene nella notte, intorno all'una e mezza, nella centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina. Tra le diverse cause che la storia attribuisce alla tragedia, le gravi mancanze del personale durante l'esecuzione del test sul reattore numero quattro, test peraltro eseguito in precedenza sul reattore numero tre. Ma anche problemi di progettazione del reattore nucleare RBMK e la cattiva gestione dell'impianto stesso.

Per limitare la contaminazione radioattiva dell'ambiente e isolare il reattore in tempi stretti, era stato progettato e realizzato in tutta fretta un primo sarcofago. Sarcofago che racchiudeva duecento tonnellate di corium radioattivo, trenta tonnellate di polvere altamente contaminata e sedici tonnellate di uranio e plutonio. Nel 1997, a seguito del continuo deteriorarsi del vecchio sarcofago, sono stati raccolti fondi per mettere in sicurezza il reattore e costruire una nuova struttura a forma di cupola. Struttura realizzata con materiali più sicuri e dotato di binari. Un enorme nuovo sarcofago, il 'New Safe Confinement', di cui il 29 novembre 2016 è stata completata l’installazione.

L'esplosione e l'incendio nella centrale nucleare

Ma quale è stata la dinamica dell'incidente, secondo le ricostruzioni? Il test eseguito sul reattore numero quattro, avrebbe portato ad un brusco e incontrollato aumento della temperatura del nocciolo del reattore della centrale nucleare. Una serie di eventi a catena, innescati anche dall'elevata pressione, avrebbe causato una fortissima esplosione. Tale da scoperchiare letteralmente il reattore, dando origine ad un vasto incendio. Dal reattore era fuoriuscita una nuvola di materiale radioattivo che si era riversata sulle aree circostanti. L'evacuazione delle zone adiacenti alla centrale era stata immediata, ma purtroppo non priva di conseguenze.

Disastro alla centrale nucleare di Chernobyl

I primi operatori inviati sul luogo dell'incidente erano ignari dell'alto livello di radiazioni a cui erano esposti, circa venti mila rontgen/ora. Basti pensare che sono sufficienti cinquecento rontgen/ora distribuiti in un lasso di tempo di cinque ore per uccidere una persona. C'erano anche i vigili del fuoco, capitanati dal tenente Vladimir Pravik, che avevano tentato di spegnere l'incendio. Il tenente ed alcuni dei suoi uomini morirono pochi giorni dopo cosi come l'equipaggio di un elicottero precipitato durante le manovre di scarico di materiali adeguati per trattare l'incendio di questo tipo.

La nuvola radioattiva invade anche Europa e nord America

Una nuovola radioattiva che si era propagata fino in Nord America e in Europa. Erano stati gli svedesi, nella mattina del 27 aprile, a lanciare l'allarme. Il segnale di pericolo arrivava dai rilevatori di radiazioni nella centrale nucleare di Forsmark. Ma una volta accertata la sicurezza delle loro centrali, gli svedesi avevano chiesto spiegazioni al governo sovietico, che in prima battuta aveva sminuito l'accaduto. E solo in seguito alle forti pressioni provenienti dal mondo intero, le autorità sovietiche avevano deciso di rilasciare le prime dichiarazioni sull'accaduto.

Disastro alla centrale nucleare di Chernobyl

Solo la notte del 27 aprile, le autorità sovietiche avevano preso la decisione di evacuare la città. Comunicando ai cittadini di portare via solo lo stretto necessario, perché a breve sarebbero ritornati nelle loro abitazioni. Nel giro di un mese dall'incidente vennero sfollate oltre centoquindici mila persone nel raggio di trenta chilometri dall'impianto.

Il resoconto della tragedia e le ripercussioni sull'opinione pubblica

Una catastrofe, quella di Chernobyl, che ha cambiato per sempre la vita di migliaia di persone. L'alta concentrazione di radioattività presente soprattutto sul terreno nei pressi della centrale, è stata assorbita dalla fauna entrando quindi nella catena alimentare locale e non solo. La contaminazione ha interessato anche Paesi come la Norvegia, la Germania, il Regno Unito e l'Italia. Il Regno Unito aveva infatti introdotto restrizioni alla macellazione e circolazione di carni ovine provenienti dalla Scozia. Mentre in Italia, nei giorni seguenti il disastro, era stato diffuso il divieto di consumare latte e verdura.

Disastro alla centrale nucleare di Chernobyl

Il disastro di Chernobyl, secondo le associazioni ambientaliste, ha avuto un impatto devastante, causando gravi problemi di salute con conseguenze psicologiche sulla popolazione coinvolta. A Roma, a maggio dello stesso anno, le associazioni ambientaliste ed oltre 200mila persone avevano manifestato. Poi, il referendum del 1987, con oltre un milione di firme raccolte in pochi mesi, che aveva decretato la fine del programma nucleare Italiano. Il resoconto ufficiale, redatto dall'ONU, conta sessantacinque vittime accertate e quattromila casi di tumore riconducibili all'incidente. I dati ufficiali sono stati ampiamente contestati da associazioni internazionali antinucleare tra le quali Greenpeace, che stima in sei milioni, i dicessi su scala mondiale nei prossimi settanta anni.

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Renée Zellweger compie 49 anni, auguri Bridget Jones!

Impossibile separare Renée dall'inimitabile Bridget Jones

Renée Zellweger, alias Bridget Jones compie 49 anni il 25 aprile. Impossibile separare la realtà, quella di attrice affermata e inconfondibile, dalla protagonista goffa e maldestra del diario della inimitabile trentenne inglese. In una scena del film 'Il diario di Briget Jones', quella ragazza che trova il suo posto nel mondo, nonostante gli ostacoli, dice a un passante: "Mi faccia gli auguri!". "Come… Auguri ragazza pazza!", risponde il suo interlocutore. E lei, come sempre, incline a prendere la vita come viene, chiude la scena con un "Grazie!".

Renée Zellweger compie 49 anni, auguri Bridget Jones!

Ma a ringraziarla da allora è il suo pubblico, quello di chi si rivede nella routine della sua splendida semplicità. Quelle donne che sanno sorridere dei pasticci in cui Bridget si trova ogni volta senza volerlo. Quelle ragazze un pò sovrappeso, inclini ai vizi e alle figuracce e piene di amici single un pò svitati come quelli della protagonista del diario. Un personaggio di successo perchè tremendamente reale, ha confermato la stessa Renée quando la scelta, dopo la ricerca della candidata ideale per quel ruolo, era ricaduta su di lei. Perfetta come non mai, tanto da essere candidata all'Oscar come miglior attrice protagonista.

Dopo due anni di ricerche Renée Zellweger fu scelta come protagonista

La Bridget Jones del film ispirato al romanzo omonimo di Helen Fielding, doveva dare l'impressione di credere ancora nelle favole e, contemporaneamente, avere un carattere stupidamente impulsivo. Dopo una ricerca di due anni fra diverse candidate, fra cui Kate Winslet, Toni Collette e Helena Bonham Carter, l'annuncio che la statunitense Renée Zellweger era la prescelta. Ciò provocò, almeno all'inizio, dei campanelli d'allarme nella stampa britannica. Ma la Zellweger, determinata a essere Bridget Jones, prima dell'inizio delle riprese era volata a Londra per studiare l'accento inglese. La sua professoressa di dizione fu Berkery Barbara, che aveva già lavorato con Gwyneth Paltrow nel film Shakespeare in Love e che la sottopose a esercizi quotidiani per una pronuncia impeccabile.

Renée Zellweger compie 49 anni, auguri Bridget Jones!

Renée Zellweger combattendo ogni pregiudizio e polemica, e forte dell'aver compreso a pieno il ruolo che Bridget avrebbe avuto, aveva detto: "Mi aspettavo la polemica. Capisco che gli inglesi siano arrabbiati: so quanto è ristretto il mercato per le attrici inglesi. Arriva una parte così magnifica come Bridget Jones e capisci che ogni attrice inglese vorrebbe recitarla". Penso però che la cosa più importante di questo personaggio è la sua essenza, ed è quella che la rende così universale e spiega perché il libro abbia avuto tanto successo. È una persona con cui ogni donna si può identificare. È un tema universale fra le donne che cercano di realizzarsi sia sul piano professionale che su quello personale. Perciò sento una grande responsabilità nell'essere lei".

Renée Zellweger alias Bridget Jones laureata in letteratura inglese

Ma chi è nella realtà Renée Zellweger? Figlia di un ingegnere meccanico svizzero e di un'infermiera lappone, dopo la laurea ad Austin in letteratura inglese, inizia la carriera di attrice in Texas. Dopo aver interpretato la fidanzata di Tom Cruise in 'Jerry Maguire' nel '96  e due anni dopo aver recitato al fianco di Meryl Streep ne 'La voce dell'amore', Renée nel 2000 vince il primo Golden Globe per Betty Love.

Renée Zellweger compie 49 anni, auguri Bridget Jones!

Il successo internazionale arriva nello stesso anno, quando interpreta con grande verve la romantica e impacciata Bridget Jones di Sharon Maguire. Nel 2004, il Diario di Bridget Jones viene seguito da 'Che pasticcio, Bridget Jones!'. E ancora un sequel, 'Bridget Jones's Baby', girato nel 2016. E anche se la commedia è il suo punto forte è per un film drammatico però, quale 'Ritorno a Cold Mountain' che si aggiudica nel 2003 un premio Oscar come miglior attrice non protagonista.

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Addio a Mario Galbusera, una storia (vera) dedicata ai biscotti

Il Mago G. e la storia vera di Galbusera

Quella di Mario Galbusera, patron e fondatore dell'omonimo biscottificio di Cosio Valtellino scomparso ieri a 93 anni è una storia tutta italiana. Una storia vera, per ricordare il celebre spot della Galbusera datato 1987 che aveva come protagonista il Mago G. "Ma è una storia vera?", chiedeva allora al Mago G. una bambina biondissima dal volto inconfondibile di Ilary Blasi. 'Galbusera il mago della bontà', era lo slogan dello spot che ha raccontato la storia di successo e passione di una famiglia italiana del cuore della Valtellina. Una storia, tra costume e tradizione, che ha accompagnato generazioni di italiani e non solo.

"In ogni storia che si rispetti, gli ingredienti che non possono mancare sono tre: un protagonista, la sua passione e un luogo", è scritto nel sito dell'azienda leader nella produzione di biscotti, cracker e snack. A scrivere la prima pagina di quella storia sono stati, nel 1938, i fratelli Mario ed Enea Galbusera. Il luogo: Morbegno, in Valtellina, un territorio dove si percepisce ovunque l’amore per il lavoro e la genuinità di tutto quello che viene fatto.

Tutto inizia in una piccola pasticceria di Morbegno

Mario Galbusera, Cavaliere del Lavoro dal 2002 e sessant'anni dedicati ai suoi biscotti, ha iniziato da giovanissimo per diventare uno degli imprenditori di successo più conosciuti del Belpaese. I primi passi li aveva mossi con il padre Ermete, in una pasticceria di Morbegno, già orientata alla produzione artigianale di biscotti. E dalla piccola bottega di pasticceri era nata un'azienda che oggi è un colosso nazionale nel settore dolciario, racchiudendo pochi anni fa anche il noto marchio "Le tre Marie". Il sciur Mario, come amabilmente lo chiamavano i suoi dipendenti, sino a pochissimo tempo fa ancora non faceva mancare la sua presenza allo stabilimento valtellinese.

Il mago dei biscotti, fino a ieri presidente onorario della Galbusera Spa, dopo gli studi da ragioniere e un breve periodo alla Bocconi di Milano, ha dedicato tutto all'attività di famiglia. In pochi anni ha creato uno dei marchi tra i più noti nel panorama nazionale dell'industria dolciaria. Nel 2014 l'azienda ha acquisito dalla Sammontana la proprietà della società milanese Tre Marie Ricorrenze srl, storico brand della produzione di panettoni. ll controllo dell'azienda è ancora in mano alla famiglia (terza generazione), ma la gestione è stata affidata al manager esterno Alessandro Pittaluga.

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Estée Lauder, la storia incredibile della signora dei cosmetici

L'unica donna nella top twenty dei più influenti nell'economia

Dietro il brand cosmetico Estée Lauder ci sono il nome, il volto e la storia di una donna incredibile che fin da bambina sognava il suo futuro tra creme e rossetti. Un futuro al di là di ogni aspettativa. Perché Estée Lauder, scomparsa esattamente 14 anni fa nella sua residenza di Manhattan all'età di 95 anni, è stata l'unica donna ad essere inserita nella top twenty delle persone più influenti nell'economia del ventesimo secolo.

Una classifica stilata dal Time nel 1998, che racconta più di ogni altra cosa, la storia di un successo tutto al femminile. La storia della signora dei cosmetici per eccellenza nata nel Queens nel 1908, ma anche di un'imprenditrice molto amata nella sua New York e non solo. Due mesi dopo la sua morte, nel giugno del 2004, la signora dei cosmetici è stata insignita della medaglia presidenziale della libertà, la massima decorazione conferita dal presidente degli Stati Uniti.

Estée Lauder, la ragazza che vendeva cosmetici negli hotel

Estée Lauder, all'anagrafe Josephine Esther Mentzer, aveva scritto fin dall'infanzia il suo destino. Figlia di madre francese e padre cecoslovacco, da bambina era già attratta dal settore della bellezza. Il suo primo maestro nella professione fu suo zio, specialista europeo della pelle e produttore di cosmetici su base naturale. Ma lei aveva qualcosa in più, una capacità comunicativa davvero innata. Tanto che decise di puntare tutto su questa dote per iniziare a vendere prodotti presso alcuni saloni di bellezza e hotel. Un talento che la premiò in poco tempo dei suoi sforzi.

Estée Lauder, la storia incredibile della signora dei cosmetici

Una tappa fondamentale per la sua carriera fu nel 1930, quando, dopo aver sposato Joseph Lauder, Estèe aprì un punto vendita a New York. Qui, nella città simbolo dell'innovazione, la signora dei cosmetici lanciò la famosa tecnica di vendita innovativa chiamata 'talk and touch'. La tecnica consistente nel promuovere i prodotti applicandoli direttamente sul viso dei clienti, che oggi ci sembra un gesto scontato ma che allora fu un'autentica novità. Come la novità, sempre lanciata da Estèe, di regalare un campioncino di prodotto per ogni acquisto fatto: una strategia di marketing mai vista prima.

Dal '46 l'azienda che porta il nome della signora dei cosmetici

Ma la svolta arrivò nel 1946, quando la coppia fondò a New York Estée Lauder Companies, una delle più grandi aziende nel mercato dei cosmetici, dei profumi e dei prodotti per la cura della pelle e dei capelli. La sede principale è sempre quella di New York, la città dove è iniziata questa storia di successo che oggi vede impegnati oltre ventottomila dipendenti, per un fatturato di sette miliardi di dollari. E pensare che nel '46 venivano commercializzati soltanto quattro prodotti.

Solo nel '60 i prodotti di Esteé Lauder cominciano ad essere esportati al di fuori degli Stati Uniti. Inizialmente viene aperto un negozio dentro Harrods a Londra, e l'anno seguente un ufficio a Hong Kong. Oggi ci sono punti vendita in tutto il mondo. L'erede di quella fortuna è Leonard Lauder, primogenito di Estée e Joseph e presidente emerito dell'azienda di cui è stato amministratore delegato fino al 1999. Dal luglio 2012 guida il gruppo l'italiano Fabrizio Freda il primo manager esterno a prendere in mano Estée Lauder, quotato in borsa, gestito fino ad allora direttamente dall'omonima famiglia in particolare da Leonard Lauder e dal figlio William.

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Giornata mondiale del libro, la lettura come medicina per l'anima

Patrocinata dall'UNESCO, il 23 aprile si celebra la Giornata mondiale del libro

'La lettura è il viaggio di chi non può prendere un treno', diceva lo scrittore francese Francis de Croisset: una frase simbolo per la Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore, che da ventidue anni viene celebrata il 23 aprile. Un evento istituito nel 1996 e patrocinato dall'UNESCO per promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la protezione della proprietà intellettuale attraverso il copyright. Per celebrare questo viaggio nella lettura, secondo la lezione di de Croisset, i protagonisti del mondo della cultura si attivano per organizzare conferenze, flash mob, spettacoli ed eventi che mettano in contatto autori, editori e lettori.

Giornata mondiale del libro

La scelta di questa data per celebrare la giornata mondiale del libro non è stata di certo casuale. Il 23 aprile del 1916, per una coincidenza che ha determinato la risoluzione dell'UNESCO (Parigi - 28 C/Resolution 3.18 del 15 novembre 1995), sono morti tre colossi della letteratura: lo spagnolo Miguel de Cervantes, l'inglese William Shakespeare e il peruviano Inca Garcilaso de la Vega. Nel ricordare questi tre pilastri della cultura universale, l'UNESCO sottolinea che "il libro e la lettura rappresentano un mezzo di approfondimento e di conoscenza, sono strumento di informazione e di apprendimento culturale, entrambi oggi indispensabili per superare le incertezze e le precarietà legate alla paura della globalizzazione, del cambiamento e del diverso".

L'origine catalana della Giornata del libro (e delle rose)

La storia della Giornata del libro non inizia però nel 1996, ma ha origini più antiche legate alla tradizione catalana. Dai primi del Novecento, a Barcellona, lo scrittore ed editore valenciano Vincent Clavel Andrés, si era già fatto promotore di una giornata del libro. Il 6 febbraio del 1926, il re Alfonso XIII aveva promulgato un decreto reale che istituiva in tutta la Spagna la Giornata del libro spagnolo. Inizialmente la data prescelta era stata il 7 ottobre, ritenuto giorno della nascita di Cervantes ma, dal 1931, la giornata fu spostata al 23 aprile. Una data che coincideva con la festa di San Giorgio, patrono di Barcellona e della Catalogna.

Giornata mondiale del libro

Da secoli nel giorno dedicato a Sant Jordi si regalano alle donne catalane tantissime rose, le quali, secondo la leggenda, sarebbero nate dal sangue sgorgato dal corpo del drago ucciso da San Giorgio. Una tradizione di origine medioevale giunta ai giorni nostri, che in Spagna ha avuto la sua origine più nobile. La tradizione vuole che in questo giorno ogni uomo regali una rosa alla sua donna: ecco perchè i librai della Catalogna usano donare una rosa per ogni libro venduto il 23 aprile.

Il potere di un libro, nelle parole di celebri scrittori ed editori

Del resto il libro ha il potere, come sostiene l'UNESCO, di "entrare in mondi, vite e tempi diversi". Per lo scrittore Umberto Eco "Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito. Perché la lettura è una immortalità all’indietro". Per il giornalista e scrittore Ennio Flaiano, "Il libro è l’unico oggetto inanimato che possa avere sogni". I libri sono “Medicina per l’anima”, è la scritta che campeggia al di sopra della porta della Biblioteca di Tebe.

Giornata mondiale del libro

I libri sono viaggio e sogno, immortalità all'indietro, medicina per l'anima. Ma per chi è stato abituato a sfronarli, a sentire per anni il profumo della carta e dell'inchiostro, è quasi cibo sacro come il pane. Valentino Silvio Bompiani, fondatore della celebre casa editrice italiana che porta il suo nome, raccontava così la magia della nascita delle sue creature: "Quando il libro nuovo arriva ancora 'caldo', poco più grande di un pane a cassetta, col suo sapore fatto di parole, speranze, delusioni condivise giorno dopo giorno, lo si sente nella mano come un alimento".

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22 aprile: Giornata della Terra (Earth Day 2018)

Earth Day 2018 contro l'inquinamento della plastica

La Giornata della Terra, da quarantotto anni celebra la madre di tutte le madri, quella casa comune da custodire con cura e rispettare. "Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare", diceva Andy Warhol. E quest'anno, l'Earth Day 2018 vede una minaccia farsi strada più delle altre. L'inquinamento causato dalla plastica, ha invaso letteralmente i nostri oceani e le nostre terre, a discapito della salute pubblica. Una giornata, quella dedicata al nostro pianeta blu, istituita il 22 aprile del 1970 per rivendicare la necessità della conservazione e salvaguardia delle risorse naturali che ci circondano.

Ogni anno, un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera, il 22 aprile è l'appuntamento che fa i conti con l'impatto che la globalizzazione sta avendo con il pianeta. La minaccia contro cui confrontarsi, quest'anno, è l'invasione della plastica che attenta giorno dopo giorno alla vita della madre Terra. La mission, far cambiare radicalmente l'atteggiamento dell'uomo ed il comportamento sulla plastica, riducendone drasticamente la quantità utilizzata ed eliminando definitivamente quella monouso.

Giornata della Terra (Earth Day)

Sono 192 i Paesi che partecipano alla Giornata della Terra

Del resto, come diceva lo scrittore statunitense Ernest Hemingway, "la terra è un bel posto e per essa vale la pena di lottare". Lo scopo dell'Earth Day è proprio quello di sensibilizzare la popolazione mondiale, avendo più cura del pianeta. Contribuendo al riciclo dei materiali, alla conservazione delle risorse naturali e più in generale, alla salvaguardia delle specie animali. Una lotta contro il tempo, appunto.

Oggi, 192 Paesi ed oltre un miliardo di persone in tutto il mondo, prendono parte alla giornata che viene considerata la più grande partecipazione civica del pianeta.Tutti, a prescindere dall'etnia, dal sesso, da quanto guadagnino o in che parte del mondo vivano, hanno il diritto etico a un ambiente sano, equilibrato e sostenibile. La Giornata della Terra si basa saldamente su questo principio. 

L'Earth Day e l'opera di sensibilizzazione del senatore Nelson

L'idea di una giornata nazionale a favore del nostro splendido pianeta nasce dal suo fondatore, il senatore degli Stati Uniti Gaylord Nelson. Dopo aver assistito nel 1969 alla devastazione causata dalla massiccia fuoriuscita di greggio a Santa Barbara, California, realizzò la necessità di spronare l'opinione pubblica nei confronti dell'inquinamento e della protezione ambientale.

Giornata della Terra (Earth Day)

Il 22 aprile del 1970, milioni di persone, scesero in piazza per manifestare e protestare contro un secolo e mezzo di sviluppo industriale senza controllo e regole sull'inquinamento. La giornata della Terra di quell'anno fece emergere l'energia del movimento di protesta contro la guerra in Vietnam e la preoccupazione delle tematiche ambientali. La consapevolezza che lo smog era diventato causa di mortalità era ormai sotto gli occhi di tutti. Così come il riscaldamento globale, il cambiamento climatico e la biodiversità in costante declino anche a causa dell'uso sfrenato di pesticidi ed altri inquinanti.

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Due anni senza Prince, miscela esplosiva di genio e sregolatezza

Prince, mille appellativi per un artista camaleontico e trasgressivo

Mille appellativi, mille volti, mille sfumature di generi musicali: Prince, scomparso esattamente due anni fa, era tutto questo. Genio e sregolatezza, cantautore eccentrico e musicista poliedrico, attore, regista e produttore. Prince, all'anagrafe Prince Roger Nelson, è stato un artista unico, tra talento, carisma e trasgressione. L'interprete dell'intramontabile 'Purple rain', canzone dell'omonimo film che nel 1984 vinse il premio Oscar per la migliore colonna sonora originale, era nato a Minneapolis il 7 giugno del 1958. Quest'anno avrebbe compiuto sessant'anni. Avrebbe continuato a stupire, con i suoi look trasgressivi e il suo incredibile trasformismo.

Prince

Ma il 21 aprile del 2016 la pellicola della vita di Prince, nel suo viaggio affascinante e fuori dagli schemi, è arrivata ai titoli di coda. Trovato morto in un ascensore all'interno del complesso di Paisley Park, la sua residenza alle porte di Minneapolis, l'artista, ha lasciato un vuoto assoluto nel mondo della musica e non solo. Anima irrequieta, camaleontica, anticonformista, declinata in forme e nomi diversi: 'Joey Coco', 'Tafkap', ovvero The Artist Formerly Known As Prince, 'The Artist', 'Symbol', 'Folletto di Minneapolis' (per la sua altezza sotto il metro e sessanta). Tutti racchiusi nel volto di Prince in continua metamorfosi.

Il talento unico di Prince, ideatore di un linguaggio musicale tutto nuovo

Cresciuto in una famiglia di jazzisti, Prince è stato l'ideatore di un linguaggio musicale nuovo e originale, pieno di contaminazioni dove si sono fusi con maestria il funk (James Brown), il soul, il rock e il pop. Con lui la black music ha assunto il volto nuovo di un'anima rock, sulle orme di Jimi Hendrix. Nelle sue creazioni vivono espliciti riferimenti ad artisti black quali James Brown, Sly & the Family Stone, George Clinton e Stevie Wonder. Altre influenze esercitate sul musicista dai look trasgressivi e dai live spettacolari, includono anche il dance rock, la disco music e la musica psichedelica, che ispirò alcune tracce come 'Let's Go Crazy'.

Prince

Prince è stato anche uno dei primi cantanti a vendere la sua musica su Internet, creando nel 1985 l'etichetta Paisley Park. Nel 2015  ha deciso però di togliere le sue canzoni dalle piattaforme Spotify e Apple Music, restando solo su Tidal. Ha pubblicato centinaia di canzoni, scrivendo successi inediti anche per altri, come 'Nothing compares to you', interpretata poi da Sinead O'Connor che l'ha indossata come un vestito perfetto. E come tutti i miti, anche sul 'Folletto di Minneapolis' aleggiano leggende: come quella che racconta che, pur avendo collezionato un gran numero di dischi doppi e tripli, ci siano sue canzoni rimaste in un cassetto e mai pubblicate.

In arrivo, entro il 2018, la biografia ufficiale del 'Folletto di Minneapolis'

A due anni dalla sua morte, entro la fine dell'anno, dovrebbe essere pronta la biografia ufficiale di Prince. 'The beautiful ones', che dovrebbe uscire per le festività natalizie con la casa editrice Spiegel & Grau. L'agente letterario Esther Newberg, impegnato nella stesura della biografia (Prince aveva firmato il contratto poco prima di morire) ha svelato che all'interno potrebbero essere inserite una cinquantina di pagine manoscritte dell'artista, uscite allo scoperto poco prima della sua morte. I fan, da allora, sono in attesa di quelle pagine che racchiudono la vita del loro mito.

Prince

Un mito amato anche da molti artisti illustri. Per citarne uno su tutti, Freddie Mercury: il cantante dei Quenn era un suo grande fan. Il 15 marzo 2004 Prince entra nella Rock and Roll Hall of Fame. Alicia Keys lo presenta così: "Ci sono molti re. Re Enrico VIII, Re Salomone, Re Tut, Re James, King Kong e i three kings. Ma c'è solo un 'Prince'." Anche il regista Tim Burton era un suo grande ammiratore: per l'adattamento live-action di Batman, il cantante ha prodotto un intero album di nove tracce che la Warner Bros ha pubblicato nel 1989. 'Batman' ha raggiunto la posizione numero 1 della Billboard 200, vendendo 4,3 milioni di copie.

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I love Nutella, 54 anni e un cucchiaio di felicità

Ferrero: le origini, dal Giandujot alla SuperCrema

I love Nutella, impossibile resistere alla mitica crema spalmabile che racconta un'eccellenza del made in Italy. Il primo vasetto dove immergere quel cucchiaio di felicità che ha appassionato intere generazioni, compie 54 anni. Oltre mezzo secolo di una storia di successo e di un fenomeno di costume.

Ma non tutti sanno che la Nutella è stata creata per rimediare alla scarsità di cacao dopo la seconda guerra mondiale. Nel nome, la radice dell'ingrediente chiave del successo: la parola inglese 'nut' che significa nocciola, che accompagnata al suffisso italiano 'ella', ha fatto innamorare grandi e piccini. Con più di trecentocinquantamila tonnellate prodotte ogni anno, la Nutella è la crema di nocciole spalmabile più diffusa al mondo.

Il primo vasetto prodotto il 20 aprile del 1964

La sua storia è legata al pasticcere piemontese Pietro Ferrero, che nel 1946 ha l'idea rivoluzionaria. Creare un pasta dolce di nocciole, zucchero e cacao, il Giandujot, che tagliato a fette si accompagna bene con una fetta di pane. Nel 1951 la trasformazione continua ed il Giandujot viene trasformato in crema spalmabile, la SuperCrema. Solo il 20 aprile del 1964, prova dopo prova, assaggio dopo assaggio, Michele Ferrero, inventa il primo vasetto di una nuova crema, densa e vellutata.

Sua maestà la Nutella, confezionata nei famosi bicchieri Kristal. che nel 1965 viene commercializzata in Germania, accompagnata dal caratteristico barattolo in vetro. Un anno dopo approda in Francia e nel 1978, dopo aver conquistato il vecchio continente, sbarca in Australia, con il primo stabilimento di produzione al di fuori dei confini europei.

Ferrero, dal Giandujot alla SuperCrema e poi Nutella

Nutella, la più amata dagli italiani e non solo

Nel 1966, per celebrare il trentennale, viene organizzato al Louvre di Parigi 'Generation Nutella', dove vengono esposte opere create dal '66 al '96 da artisti cresciuti facendo colazione con pane e Nutella. Il 29 maggio 2005, quasi 28mila persone di sono riunite a Gelsenkirchen, in Germania per partecipare alla più grande colazione a base di Nutella di sempre. Entrata poi di diritto nel Guinness World Record. E poi, la giornata mondiale a lei dedicata, che si festeggia ogni anno il 5 febbraio è opera della blogger italo-americana Sara Rosso. Un'occasione, per far scoprire la crema spalmabile a chi per caso, non avesse avuto ancora modo di provarla.

Il 31 maggio 2017 ha aperto a Chicago il primo Nutella cafè. Ma il record di consumatori della delizia di Ferrero sarebbero i cittadini del Lussemburgo, con una media pro capite di un chilo all'anno; in Italia la media sarebbe di 800 grammi a testa. I dati riportati nell'ultimo rapporto dell'Ocse dichiarano che sono 350mila le tonnellate prodotte ogni anno. La stessa Ocse ha definito la Nutella un prodotto esemplare nell'economia di globalizzazione: le 9 fabbriche sono distribuite in tutti i continenti e gli ingredienti utilizzati provengono da diverse parti del mondo.

Ferrero, dal Giandujot alla SuperCrema e poi Nutella

Sua maestà la Nutella, un vero fenomeno di costume

Se in Italia la Nutella racchiude un pezzo di storia del Belpaese, dallo spot del Carosello all'odierna pubblicità, in molti Paesi europei guardano alla crema di nocciole come fenomeno di costume. Un fenomeno senza tempo: ricetta, ingredienti e confezione sono rimasti invariati, e sua maestà la Nutella resta inconfondibile. Giorgio Gaber la citò nella sua canzone 'Destra-Sinistra' (Se la cioccolata svizzera è di destra, la Nutella è ancora di sinistra), mentre Ivan Graziani gli dedicò  'Lanutella di tua sorella', cantata con Renato Zero. Un elogio quello di Graziani, che dispensava consigli su come gustarla al meglio, ma anche metafore e allusioni sessuali legate al binomio cibo-sesso.

E ancora, il sex symbol Nutella come comparsa nelle pellicole cinematografiche: famosa la scena del film 'Bianca' di Nanni Moretti in cui il protagonista affoga l'ansia in un enorme barattolo della crema più amata. Infine, la sua entrata a pieno titolo nel dizionario italiano: nel 1995 compare nel prestigioso Devoto-Oli.

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