I Simpson, sitcom animata da 30 anni in TV

I Simpson, parodia satirica della famiglia americana

I Simpson, la sitcom animata che ha conquistato il mondo, compie 30 anni. Un compleanno "Mi-ti-co!", esclamerebbe Homer, padre e figura emblematica della parodia satirica targata Usa. Homer, Bart, Lisa, Marge e Maggie, i protagonisti che non hanno bisogno di presentazioni, e che sono l'essenza della storia. Tutto il resto è una cornice. Come Springfield, cittadina fittizia situata in uno stato degli States non meglio identificato, forse il Kentucky o il Missouri. Poco conta, quello che conta è l'umorismo pungente su molti temi della società moderna e sullo stile di vita americano.

Forse appare scontato, ma per chi abbia la memoria corta la famiglia Simpson ha come personaggio chiave Homer, marito e padre irresponsabile, pasticcione e pigro, ma a volte capace di atti di coraggio. La sua immagine cult, quella in cui beve la sua birra Duff mentre guarda la Tv sul suo inseparabile divano. La dolcezza è invece una caratteristica della moglie Marge, anche se incline a perdere la pazienza con Homer e i suoi tre figli. Bart, il monello, combina guai e disobbediente, Lisa la ragazzina intelligente, brava a scuola e che suona il sax ed infine, la piccola Maggie perennemente immortalata con il ciuccio in bocca.

I Simpson, sitcom animata e parodia satirica

Nel 1990, la rivista statunitense Entertainment Weekly ha definito I Simpson come "la rappresentazione della famiglia americana più complessa, disegnata come un semplice cartone animato". E poco tempo dopo aggiunse, "un fenomeno pop-culturale, un cartone animato da prima serata che attira l'intera famiglia". In effetti I Simpson sono amati dai ragazzi di ogni età.

La sitcom animata più longeva della TV

Il debutto dei paladini dalla pelle gialla e con quattro dita, avvenne nel talk show 'Tracey Hullman Show' il 19 aprile 1989 con il cortometraggio intitolato 'Good night'. Ad oggi è la serie animata americana più longeva di sempre con le sue ventinove stagioni ed oltre 600 episodi. Creata dal fumettista Matt Groening e divenuta lo show di punta della 20th Century Fox, nonchè vincitrice di diversi premi televisivi tra cui ventitre Emmy Awards e di una stella nella Hollywood Walk of Fame ottenuta il 14 gennaio del 2000. Acclamata dal settimanale Time come miglior serie televisiva del secolo il 31 dicembre 1999 mentre la rivista TV Guide, nel 2002, ha classificato I Simpson, all'ottavo posto tra i migliori cinquanta programmi televisivi di tutti i tempi.

Molti i nomi eccellenti che hanno prestato la voce ai Simpson nella serie in onda nel Belpaese: Mike Bongiorno, Sandra Mondaini, Palo Bonolis, Valeria Marini, Jovanotti, Totti e Ilari Blasi per citarne alcuni.

L'impatto culturale e l'influenza sulla vita reale

Nel 1998, la rivista Time, ha proclamato Bart Simpson come la 46esima persona più influente del XX secolo mentre nel 2002, la rivista TV Guide, ha classificato Bart e Lisa, all'11esimo posto tra i cinquanta migliori personaggi animati di tutti i tempi. E se è vero che per ogni episodio, gli autori della sitcom si sono ispirati alla cultura popolare, alla TV ed al cinema, è altrettanto vero che I Simpson hanno avuto una forte influenza su serie televisive come 'Malcolm' e 'La vita secondo Jim'. Le avventure della famiglia dalla pelle gialla sono state raccontate anche in un lungometraggio, in un fumetto e perfino adattate in diversi videogiochi.

I Simpson, sitcom animata e parodia satirica

Parole, esclamazioni della serie televisiva sono diventate popolari e di uso comune come l'esclamazione di Homer Simpson "D'ho!", inserita addirittura nell'Oxford English Dictionary. Oppure l'esclamazione di trionfo "Mi-ti-co!" sempre di Homer e "ciucciati il calzino" di Bart,  espressioni diventate un cult e assai diffuse tra i più giovani.

La sigla iniziale, un marchio di fabbrica con finale a sorpresa

La sigla iniziale è uno dei marchi di fabbrica della sitcom animata, caratterizzata da un insieme di sequenze animate, in cui compaiono vari protagonisti, accompagnati dal tema musicale composto da Danny Elfman. La sequenza si apre con il titolo della puntata ed un'inquadratura che parte dalle nuvole e sorvola la città di Springfield. E finisce nella finestra di un'aula della scuola elementare dove Bart, in castigo alla lavagna, è intento a scrivere frasi (diverse per ogni episodio).

Vengono poi introdotti uno ad uno tutti i personaggi principali della parodia satirica. Homer che esce dalla centrale nucleare dopo una giornata di lavoro, Marge e Maggie che escono dal supermercato dopo aver fatto la spesa e Lisa che improvvisa un assolo mente viene cacciata via dall'aula di musica. La sequenza si conclude con il rientro a casa della famiglia, seduta sul divano davanti alla TV. Il finale della sequenza, sempre molto fantasioso, cambia ad ogni puntata. Perchè I Simpson sanno sempre stupire.

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Bellezza, successo e una vita al top: gli 80 anni di Claudia Cardinale

Musa ispiratrice dei maestri della regia, la Cardinale resta la 'fidanzata d'Italia'

Bellezza, successo e una vita al top:  i mitici 80 anni di Claudia Cardinale la vedono immortalata in un'immagine senza tempo. Quella di una diva che continua a stupire dopo una esistenza e una carriera senza eguali. Oggi, 15 aprile 2018, di fronte a questo magnifico traguardo, l'icona intramontabile del cinema italiano e internazionale continua ad essere ‘la fidanzata d’Italia’, come la  ribattezzò la stampa degli anni Sessanta. La musa ispiratrice dei maestri della regia, da Visconti a Fellini, a 80 anni dice di non avere rimpianti e di non aver mai pensato di essere bella, nonostante sia stata incoronata senza se e senza ma sul trono della bellezza dell’epoca della Dolce Vita.

Claudia Cardinale

La diva nata a Tunisi nel '38 e dalle radici siciliane è l'eterna ragazza che ha varcato i confini dell'Italia, diventando un volto inconfondibile della bellezza mediterranea. Un mix di raffinatezza e veracità, perchè lei non sa cosa sia la nostalgia, detesta la chirurgia estetica e vive a pieno ogni giorno guardando al futuro. Appunto, come un’eterna ragazza. Festeggia infatti il suo compleanno con quello che le riesce meglio: recitare. E lo fa nella commedia ‘La strana coppia’ al teatro Augusteo di Napoli, dove va in scena con Ottavia Fusco nello spettacolo di Neil Simon riadattato secondo un'idea di Pasquale Squitieri, l’unico uomo importante nella vita di Claudia Cardinale.

Una carriera sfavillante: 60 anni di attività e oltre cento film

La donna degli anni Sessanta più bella del mondo, ha avuto e ha tuttora una carriera sfavillante: sessant'anni di attività e oltre cento film che l'hanno vista diventare la diva del cinema che è oggi. Due figli, legata da oltre quarant'anni al regista Pasquale Squitieri, la Cardinale ha scelto di vivere in Francia dalla fine degli anni '80. Quell'accento francese senza dubbio seducente, all'inizio della sua carriera nel cinema italiano, aveva portato i registi a farla doppiare. Il suo primo film italiano,  'I soliti ignoti' (1958) di Mario Monicelli: il suo volto mediterraneo era perfetto per il ruolo di Carmelina, la donna siciliana protagonista del film.

Claudia Cardinale

Ma l'anno della consacrazione per la Cardinale è stato il 1963. La svolta cruciale nella sua carriera arriva quando i due maestri della regia, Luchino Visconti e Federico Fellini, la scelgono contemporaneamente per interpretare due pellicole cult. Con Visconti, l'attrice è protagonista de 'Il Gattopardo', con Fellini, che sceglie di non farla doppiare ma di esaltare la sua voce, recita in '8½'. Due registi molto differenti: Visconti si concentra in un silenzio quasi religioso, mentre Fellini è abituato a set molto movimentati. Eppure la 'fidanzata d'Italia' non delude.

Tra Hollywood e l'Italia, Claudia Cardinale bellezza internazionale

In quei ruggenti anni Sessanta la sua fama diventa internazionale e approda a Hollywood. Per anni lavora negli Stati Uniti, e sei mesi l'anno vive in America. Molti film della Cardinale sono girati con Tomas Milian, tra cui 'I delfini' del 1960, 'Gli indifferenti' del 1964. Nel 1968 grazie a Sergio Leone ottiene un altro grande successo con "C'era una volta il West" (con Henry Fonda e Charles Bronson), in cui interpreta il ruolo della protagonista femminile. Nel 1968 la diva del cinema interpreta senza sosta numerosissime opere cinematografiche, film che rendono l'attrice sempre più imponente al pubblico internazionale, consacrandola anche per gli anni successivi.

Claudia Cardinale

Negli anni Duemila, la scoperta del teatro: il debutto avviene sotto la spinta del compagno Squitieri. Non che in precedenza non avesse ricevuto proposte, tanto da aver rifiutato quelle di nomi del peso di Luchino Visconti e Giorgio Strehler. Una delle donne e delle attrici più amate dal pubblico ha infatti confessato di aver paura di non esserne all'altezza. "Per molti anni ho avuto il dubbio di non essere preparata a recitare dal vivo", ha detto Claudia Cardinale. Una donna fragile e forte al tempo stesso, una donna consapevole del suo ruolo e che si mostra senza filtri. Come quando racconta questo aneddoto:  "Restai impressionata dall’incontro con Rita Hayworth, nel 1964. Appena mi vide, si mise a piangere. 'Che succede?' domandai. 'Anch’io un giorno ero meravigliosa'. Aveva 46 anni! Il passare del tempo va accettato: detesto chi si affida alla chirurgia. E, comunque, sono troppo presa a vivere per preoccuparmi di altro".

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Audace come Daredevil, oggi Dean Potter avrebbe 46 anni

Daredevil Dean Potter, tradito dalla sua voglia di volare

Lo chiamavano Daredevil, come il celebre eroe della Marvel, per la sua audacia nello scalare le montagne e le sue mille acrobazie: oggi, giorno del suo compleanno, Dean Potter avrebbe compiuto 46 anni.  L'alpinista statunitense, attivo nell'arrampicata, nel base jumping, nello slackline e nel free solo, è scomparso nel suo ultimo, tragico volo, tre anni fa. Il 16 maggio del 2015 è stato trovato senza vita nel parco dello Yosemite, in California, insieme al suo amico e collega Graham Hunt. I due atleti si erano lanciati con la tuta alare dal promontorio Taft Point, ma per colpa del vento molto forte non avevano potuto evitare l'impatto con le rocce. La voglia di volare ha tradito i sogni di un mito delle arrampicate e delle acrobazie, e il suo, tre anni fa, è stato un ultimo, audace volo, verso l'infinito.

Dean Potter Daredevil

Dalla California alla Patagonia, Potter e la sua fedele cagnetta Whisper

Un appellativo, quello che lo ha fatto associare al coraggio sfrontato del super eroe della Marvel, che Potter ha ricevuto per le imprese e i record collezionati in fatto di arrampicate estreme e di altre discipline che ha fatto conoscere. Come quando nel 1990, aveva scalato in meno di ventiquattro ore El Capitan e Half Dome. Oltre che in California, è stato protagonista di acrobazie e sfide coraggiose anche in Patagonia, effettuando la prima solitaria della via Supercanaleta sul Fitz Roy. Fedele compagna in diverse arrampicate è stata la sua inseparabile cagnetta Whisper, che ha reso alcune missioni davvero speciali.

Dean Potter Daredevil

Le sue missioni al limite, tra emozione e polemiche

Questa audacia, paragonabile a quella del Daredevil della Marvel, cieco ma con gli altri sensi superpotenziati, è stata spesso al centro di polemiche nel mondo degli scalatori estremi. Dean Potter e il suo andare oltre il limite, hanno emozionato, affascinato, ma sono state oggetto di discussione. Come quando nel 2006 nel Parco nazionale degli Arches dello Utah, ha scalato il Delicate Arch, violando così la tacita convenzione, dopo di allora diventata legge, per cui le formazioni geologiche con un nome ufficiale non devono essere scalate. Ma Daredevil Potter si è saputo difendere, citando l'esempio  del Totem Pole della Monument Valley, considerato sacro dai Nativi Americani locali e che lui non avrebbe mai osato scalare.

Dean Potter Daredevil

Gli ideali di Daredevil Potter, audace, geniale e magico

Potter, tra i climber più talentuosi al mondo, è rimasto sempre coerente con le sue idee e i suoi ideali. Ideali che hanno appassionato tutti, non solo gli addetti ai lavori e i fan dell'alpinismo e delle mille discipline attuate da Daredevil. Tanto che nel 2009 è stato incoronato dalla rivista National Geographic tra i dieci adventurer dell'anno. Al di là di ogni emozione o di ogni polemica, Dean Potter ci ha lasciato la sua voglia di spingerci verso l'ignoto. Una filosofia, un modo di essere e di vivere che Goethe spiegherebbe così: "Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia".

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Infinite gocce di memoria, 16 anni senza Alex Baroni

Il 19 marzo 2002 il terribile incidente in moto

Sedici anni senza Alex Baroni: il 13 aprile del 2002, dopo venticinque giorni di coma e un maledetto incidente in moto, la musica italiana perdeva un grande interprete e un ragazzo perbene. In pochi attimi, quel pomeriggio del 19 marzo del 2002, il cantante 36enne andò incontro a un destino senza ritorno. Mentre percorreva in moto la circonvallazione Clodia, a Roma, venne travolto da un'auto in inversione di marcia: sbalzato dalla sua due ruote, venne poi investito da una seconda automobile che viaggiava a velocità elevata. Entrò in coma (le sue condizioni apparvero subito molto gravi) per venticinque giorni, fino a quel terribile 13 aprile in cui ogni speranza di sopravvivere allo schianto si spense.

Il prof di chimica che sfondò nel mondo della musica

Alex Baroni, all'anagrafe Alessandro Guido Baroni, aveva grandi talenti, non solo musicali. Quel professore di chimica venuto da Milano nella Capitale, aveva debuttato nei locali del capoluogo lombardo nei primi anni Novanta. Per anni la chimica e la musica andarono per lui di pari passo: era docente negli istituti tecnici pubblici e privati e cantava. Qualcosa cambiò quando divenne corista per altri artisti, tra i quali Eros Ramazzotti, Ivana Spagna e Rossana Casale. Dopo un'esperienza iniziale nel duo dei Metrica, nel 1994, pubblicò il suo primo album in studio, assieme ad Andrea Zuppini, intitolato Fuorimetrica. Album prodotto da Ramazzotti, con cui duettò nel brano 'Non dimenticare Disneyland'.

Arrivò poi il periodo sanremese. Nel 1996 approdò al Festival di Sanremo come corista, un anno dopo esordì sul palco dell'Ariston, come cantante nella categoria giovani e ottenne subito il successo, di critica e di pubblico, che meritava. Sulle note della celebre 'Cambiare', vinse il premio come miglior voce del Festival. Divresi i suoi brani di successo rimasti nel cuore dei fan: da 'Male che fa male', a 'Ce la farò' a 'Onde', da 'La distanza di un amore' a 'Dimmi che ci sei'.

Nella musica e tra i fan di Alex Baroni restano infinite gocce di memoria

Nella musica e tra i suoi fan restano infinite 'Gocce di memoria', come la canzone che scrisse per lui la cantante Giorgia, legata a lui sentimentalmente per cinque anni. 'Gocce di memoria', 'Per sempre', 'Marzo' , 'L'eternità' e 'Parlo con te': una carrellata di ricordi struggenti in musica che la cantante, sua ex compagna, gli ha dedicato nel tempo dopo la sua tragica scomparsa. Una storia d'amore, quella tra i due artisti, iniziata nel 1997 e finita pochi mesi prima che l’incidente stroncasse la vita di Alex. Oltre a Giorgia, molti sono stati gli omaggi a Baroni in questi anni.

Eros Ramazzotti, che lo aveva scoperto, gli fece incidere la canzone 'Un'emozione per sempre', ma Baroni morì prima che venisse pubblicata come singolo. Per questo, nel 2003, Eros la incise dedicandogliela e includendola nel suo album. Nel 2012 gli dedicò anche il brano 'Infinitamente',  a testimonianza di un legame senza tempo. Anche il Festival dell'Adriatico ha deciso di intitolare il premio della categoria Voci Nuove ad Alex Baroni. E' stato dedicato all'artista scomparso, anche se solo temporaneamente, il Premio della Critica per la categoria nuove proposte del Festival di Sanremo.

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Jurij Gagarin, il primo uomo (a volare) nello spazio

Jurij Gagarin, volò per quasi due ore intorno alla terra

Era il 12 aprile 1961 quando l'astronauta sovietico Jurij Gagarin entrò nella storia, protagonista del primo viaggio nello spazio. Per quasi due ore, in orbita intorno alla Terra a bordo della navicella spaziale Vostok I, fece sognare il mondo, portando a termine la missione con successo. A soli ventisette anni, Gagarin divenne il primo uomo della storia ad orbitare intorno al pianeta e fu proclamato eroe nazionale. "Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini", esclamò emozionato ed emozionando il mondo quel ragazzo di umili origini ma di grande coraggio.

Jurij Gagarin, il primo uomo nello spazio. Astronauta sovietico, cosmonauta sovietico a bordo della Vostok

Il razzo si levò da terra alle ore 09:07 (ora di Mosca) dal centro spaziale di Baikonur. Fu in quel momento che Jurij Gagarin, nome in codice 'Cedro', disse "Andiamo!", e la missione ebbe inizio. La navicella spaziale, controllata dal centro operativo, compì una intera orbita terrestre, viaggiando ad una velocità di 27400 chilometri orari. Il cosmonauta, a bordo della sua navicella, in continuo contatto radio con il centro di controllo fu in grado di inviare le prime immagini televisive, emozionato nell'ammirare dall'alto il nostro pianeta blu (cit. "la Terra è blu [...] Che meraviglia. È incredibile"). Il volo terminò alle 10:55, ora di Mosca, con l'atterraggio della capsula.

L'unico viaggio in orbita per il cosmonauta sovietico, scomparso 7 anni dopo

Quel giovane astronauta morì purtroppo sette anni dopo, il 27 marzo del '68, a soli 34 anni. Una morte prematura avvenuta a bordo di un piccolo caccia che si schiantò al suolo nella sua Russia. Stava per ripartire per una nuova missione nello spazio, ma quello storico volo del '61 restò il suo unico e indimenticabile viaggio in orbita.

Nel corso del programma sovietico di esplorazione spaziale Vostok, vennero eseguiti diversi voli di prova e di collaudo della capsula Vostok I. Alcuni lanci furono privi di equipaggio, altri portarono in orbita piccoli animali come cagnolini e topi ma anche manichini simili ad un uomo per dimensioni e peso. Erano stati sempre i sovietici a mandare in orbita il primo satellite artificiale, lo Sputnik.

Un mondo tutto da esplorare, il cosmo

Il volo del cosmonauta aprì le porte verso un mondo tutto da esplorare, il cosmo. Fino ad allora era infatti possibile raggiungere qualsiasi punto sulla superfice terrestre e l'uomo sentiva il bisogno di spingersi oltre.

Jurij Gagarin, il primo uomo nello spazio. Astronauta sovietico, cosmonauta sovietico a bordo della Vostok

La competizione e la corsa allo spazio tra le due superpotenze USA e URSS, rese possibile la conquista della Luna. il 20 Luglio del 1969, gli astronauti americani Neil Armstrong e Erwin “Buzz” Aldrin, furono i primi uomini a mettere piede sul suolo lunare. Il 19 Aprile 1971, fu lanciata la prima stazione spaziale Russa, Saljut 1, come presidio permanente al di fuori dall'atmosfera. Dal 1966, seguirono diverse missioni di esplorazione del sistema solare con l'invio di sonde su Venere e Marte. Solo cinque, sono invece le sonde inviate fuori dal sistema solare: le sonde gemelle Voyager, le sonde Pioneer e la sonda New Horizons.

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Da ‘Cattivo tempo’ a ‘Dente blu’, quei soprannomi dei personaggi storici

Soprannomi calzanti, spesso legati a eventi storici ben precisi

Cattivo tempo, dente blu, grande asparago, sono solo alcuni dei soprannomi con cui sono stati ribattezzati personaggi storici di primo piano. Appellativi, vezzeggiativi o nomignoli molto calzanti, collegati a precisi eventi o situazioni vissute dai protagonisti della Storia. Dall'ammiraglio inglese John Byron, detto 'Foul-weather Jack' per la sua capacità di attrarre il cattivo tempo. Era particolarmente incline a trovarsi nel bel mezzo di condizioni metereologiche avverse, quasi catastrofiche: come quella del 1779 che gli valse il soprannome mentre era al comando di una flotta inviata per alleviare le forze britanniche in America. Una tempesta epocale gli fece passare un brutto quarto d'ora tra le onde dell'Atlantico.

E che dire di Harald I di Danimarca, ribattezzato 'Dente blu', dal danese 'Blåtand'. L'originale appellativo ricevuto dal re vichingo ha diverse teorie: la prima è che Harald, di carnagione lattea e capelli biondi, si colorasse i denti di blu quando andava in battaglia, così come i suoi soldati. L'altra ipotesi, ancora più curiosa, è che re Harald fosse molto ghiotto di mirtilli. Dal dente blu al principe orbo o 'Monocolo': quest'ultimo poco gradevole appellativo toccò a Bogdan III cel Orb, principe di Moldavia. Nato alla fine del medioevo, Bodgan perse un occhio durante una delle più atroci battaglie contro i tartari.

Il 'Grande asparago' e la 'Lady di ferro', due appellativi per due Capi di Stato

Dal 'Grande Asparago' a 'Colonnello Motor': ben due nomignoli furono coniati per il generale francese Charles de Gaulle, prima protagonista degli scenari della Seconda Guerra Mondiale, poi Capo di Stato 1959 al 1969. La sua altezza di un metro e 94 centimetri e la fronte alta, gli valsero nell'ambiente della Scuola militare l'appellativo di 'Grande asparago'. Statura importante ma anche abilità e strategia da vendere. Sempre in ambito militare, per la sua passione sfrenata per carri armati e veicoli blindati, convinto che le azioni belliche passassero dalla modernizzazione (e la storia gli darà ragione), fu ribattezzato 'Colonnello Motor'.

Soprannomi

'Lady di ferro' è invece il soprannome affibbiato alla baronessa Margaret Thatcher, la donna dei record. La prima a ricevere la carica di Capo del Governo in Gran Bretagna, una carica anch'essa da record, la più lunga del Novecento. Ben undici anni, dal '79 al '90. Undici anni di battaglie e di determinazione che gli valsero la nomina a Primo Ministro, di repressione delle lotte sindacali e di scelte audaci nella politica estera. Da qui la nascita di quello che diventò un soprannome unico e identificativo: il primo a darle questo appellativo fu un giornalista sovietico parlando della sua determinata opposizione al comunismo . Da allora per l'Inghilterra e il mondo fu la 'Lady di ferro'.

Personaggi storici e non solo, tante sfumature dietro i soprannomi

Una 'moda' quella dei soprannomi, che arriva da un passato assai remoto, che è entrata nei libri di storia e che è piena di esempi, pagina dopo pagina. Garibaldi fu l'Eroe dei due mondi, per le sue imprese militari in Europa e in America Meridionale, Napoleone fu ribattezzato 'Il piccolo Caporale' e non per la sua statura quanto per le sue origini sconosciute. Epoca dopo epoca, in tempi più recenti, altri soprannomi hanno fatto capolino. Per tutti la cantante lirica Maria Callas è anche 'La Divina', Papa Roncalli è 'Il Papa buono'. E anche la bomba atomica sganciata per esperimento sull'atollo di Bikini nel 1946 ebbe un soprannome: Gilda, come l'omonimo film che uscì sempre nel '46, con Rita Hayworth, definita 'atomica' per ovvie ragioni, anche se la comparazione fu giudicata da molti di cattivo gusto.

Oltre ai personaggi storici, anche lo sport è pieno di appellativi coniati da tifosi, giornalisti e addetti ai lavori. Chi non sa che Alex Del Piero è 'Pinturicchio', Maradona 'El Pibe de Oro', Gianni Rivera è 'Golden Boy', Gino Bartali 'L'Intramontabile'. E ancora, Marco Pantani è anche 'Il Pirata', Fausto Coppi 'L'Airone', Francesco Totti 'Er Pupone', Roby Baggio 'Divin Codino'. Nomignoli affettuosi, ironici, a volte canzonatori, quasi una seconda identità per questi personaggi, che la Storia in modo ciclico racchiude tra le sue pagine, tra passato e presente.

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Gli insetti più strani, scherzi straordinari della natura

Un viaggio tra gli insetti più strani, quando la Natura ci mette lo zampino

Gli insetti più strani sembrano essere scherzi misteriosi della natura, e al di là delle nostre paure e del nostro rapportarci a loro, possiamo considerarli scherzi straordinari del creato. C'è la frizzante Aeshna cyanea, una libellula venuta dal regno delle acque stagnanti con colori variopinti e una fisionomia che sembra sorridere. Meno simpatici alla vista, ma buffi nel nome e davvero sorprendenti, la formica bulldog e il cervo volante. E poi c'è la zanzara tigre, famosa per le sue azioni di disturbo nelle notti insonni della calura estiva. Ma iniziamo il viaggio tra gli insetti più strani su cui madre Natura ha messo lo zampino con un pizzico di inventiva in più.

La faccia buffa di Aeshna cyanea, la libellula che sorride

La prima tappa in questo tour tra scarafaggi, formiche e coleotteri dalla forma bizzarra, ha il volto di Aeshna cyanea. Una libellula dalle striature fluorescenti, con i suoi occhioni giganti e una smorfia che è un accenno di sorriso, venuta dalla famiglia delle Aeshnidae. Di questa stirpe pronta a mettere di buon umore qualunque osservatore, fanno parte le libellule più robuste abituate a svolazzare accanto all’acqua stagnate, tra le paludi e le siepi. Ma potremmo anche vederla spuntare in città.

Libellula tra gli insetti più strani, scherzi straordinari della natura

Il gioco beffardo di Stecco, si finge ramoscello per sfuggire ai predatori

Sembra un ramoscello di legno con tutte le sue diramazioni, ma non lo è. Si chiama Stecco, appartenente all'ordine della Phasmatodea. E' un insetto che vive nelle foreste tropicali e che anche in movimento può trarre in inganno, tanto è straordinaria la sua somiglianza con un legnetto sottile. Il suo aspetto può sembrare un vero scherzo della Natura, ma in realtà è lui il protagonista di un gioco assai beffardo. Sotto quelle vesti legnose trae in inganno i predatori facendosi oscillare dalle correnti, e riesce a sfuggire alla morte con il suo noto aplomb e quella infallibile tattica.

Insetto stecco tra gli insetti più strani, scherzi straordinari della natura

Il mimetismo criptico dell'insetto foglia

Come l'insetto Stecco, specialista nel mimetismo criptico è anche l'insetto foglia. Il Phyllium philippinicum ha un colore verde acceso, come le foglie nel loro stadio adulto. Molto difficile da riconoscere in mezzo al verde, ha la forma perfetta e incredibile di una foglia, con tanto di venature e di struttura, ed ha una staticità che lo rende molto credibile nella sua parte. Insomma, è così immobile quando vuole, che è impossibile smascherare la sua vera natura. La femmina può arrivare fino a otto centimetri di lunghezza, il maschio a sei. Ma entrambi hanno un'arma invincibile contro i predatori: si mimetizzano con un trucco che non ha bisogno di grandi sforzi.

Insetto foglia tra gli insetti più strani, scherzi straordinari della natura

L'eleganza del cervo volante, coleottero in via di estinzione

Tra gli insetti più singolari c'è senz'altro il cervo volante o Lucanus cervus, poichè appartiene alla famiglia dei Lucanidi. Un coleottero sorprendentemente elegante, proprio come un cervo. E le sue corna, che lo rendono simile al suo omonimo nel mondo dei mammiferi, sono in realtà mandibole di grandi dimensioni, utilizzate dal coleottero per predominare nella lotta per la riproduzione della specie. Il cervo volante, che può raggiungere i dieci centimetri di lunghezza e che ama le cavità dei tronchi d'albero, abita le foreste europee e orientali. Ma fa capolino anche nei nostri boschi, al Nord. Ma non sappiamo se ci resterà a lungo, poiché è tra le specie in estinzione a causa della deforestazione selvaggia.

Cervo volante tra gli insetti più strani, scherzi straordinari della natura

Sua maestà Myrmecia, la formica bulldog è una carnivora

Non è un cane in miniatura, come potrebbe suggerire il nome. Ma al di là di ogni fantasia, la formica Bulldog o Myrmecia Fabricius, ha un indole davvero aggressiva che gli ha reso questo appellativo. Sua maestà Myrmecia appartiene a una grande famiglia che racchiude circa novanta specie diverse, tutte con un caratterino niente male e agilità, nonostante le grandi dimensioni rispetto alle altre formiche. Sono carnivore, possono raggiungere fino a quattro centimetri di lunghezza e scatenano la loro aggressività con dei pungiglioni velenosi per molte specie viventi. La formica Bulldog ha uno spirito solitario, e la si può incontrare solo nei deserti dell’Australia.

Formica bulldog tra gli insetti più strani, scherzi straordinari della natura

Lo scarabeo rinoceronte, vive troppo poco ma è il re dei forzuti

A chiudere il viaggio tra gli insetti più strani, pronti a stupire per la loro forma straordinaria, è lo scarabeo rinoceronte o Oryctes nasicornis.  Ad avergli dato questo appellativo, il corno del maschio di questo singolare scarabeo rivolto all'indietro, proprio come il gigantesco abitante della savana africana. Lungo oltre quattro centimetri,  questo insetto è un animale notturno che si aggira tra l'Europa e il Nord Africa. La sua vita è davvero breve poichè in poche settimane si alimenta delle riserve accumulate durante il periodo larvale. Una vita davvero breve ma intensa e vissuta al massimo. Nonostante la sua stazza assai limitata è l'animale incoronato re nella top ten dei forzuti, perchè ha la capacità di sollevare carichi fino a 850 volte più pesanti di lui. Un vero e proprio, meraviglioso, scherzo della Natura.

Scarabeo rinoceronte tra gli insetti più strani, scherzi straordinari della natura

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Venere di Milo, la bellezza oltre il mondo classico

La Venere di Milo, quel simbolo senza tempo venuto dalla Grecia

L'Afrodite di Milo, meglio conosciuta come la Venere di Milo, è il simbolo della bellezza e della sensualità senza limiti e senza tempo. Nonostante una femminilità mutilata. Scoperta nell'incantevole scenario dell'isola greca di Milo, nel 1820, la scultura marmorea che ha attraversato i secoli in tutta la sua grandezza, è ancora lì con il suo sguardo penetrante, i suoi fianchi fecondi e i suoi capelli raccolti. A raccontarci una bellezza che è andata oltre il mondo classico.

Alta circa due metri, priva di braccia e di basamento originale, è la testimonianza di un concetto di sensualità senza dimensione temporale. Attualmente esposta al Museo del Louvre di Parigi, la Venere di Milo viene attribuita ad Alessandro di Antiochia, scultore ellenico attivo intorno al 100 a.C. Fu per caso un contadino dell'isola greca a trovare la statua marmorea, mutilata e spezzata in due parti. Venne poi acquistata dal governo francese ed in seguito ad alcuni interventi di restauro, venne portata in Francia, al Museo del Louvre, dove si trova tuttora.

Il sogno dell'Afrodite di Milo, tra storia e leggenda

L'Afrodite di Milo ha ispirato molti artisti e scultori, ma anche musicisti e registi. Nel film del 2003 di Bernardo Bertolucci 'The Dreamers', un effetto ottico ricorda proprio la venere ellenica: i guanti neri della protagonista la fanno sembrare senza braccia, un richiamo non casuale di sensualità e sogno. Lo stesso sogno che ha animato le storie attorno alla leggendaria statua.

Sembra che Alessandro di Antiochia, abbia voluto rappresentare la dea mentre donava il pomo d'oro a Paride. Questa curiosa ipotesi, sembra nascere dal ritrovamento di alcuni frammenti di una mano che reggeva una mela, proprio nei pressi del ritrovamento della statua. Ma potrebbe anche essere la raffigurazione della dea del mare Anfitrite, venerata sull'isola di Milo.

L'Afrodite di Milo o Venere di Milo

La bellezza marmorea tra tradizione classica e innovazione

La statua è essenzialmente costituita da due blocchi di marmo, composti a loro volta, da diverse parti scolpite una ad una e fissate insieme con dei pioli verticali. Una miscela di tradizione classica e innovazione come la composizione a spirale, il posizionamento nello spazio e la caduta del drappeggio sui fianchi. Sembra inoltre che la Venere di Milo fosse originariamente munita di monile, braccialetto e orecchini. In generale, colpisce l'atteggiamento naturale e armonioso della dea mentre la sua nudità contrasta con gli effetti luce e ombra del drappeggio finemente lavorato.

Grazia, fierezza e forza, che hanno fatto della Afrodite di Milo una fonte di ispirazione artisitica per la sua bellezza sensazionale, per nulla oscurata dall'imperfezione. La grande notorietà raggiunta dall'opera nel XIX secolo, si deve senza ombra di dubbio alla sua sensualità elegante. Ma fu in parte dovuta anche alla propaganda che il governo francese portò avanti in seguito alla restituzione della Venere de' Medici agli italiani, dopo che questa fu portata in Francia da Napoleone Bonaparte.

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La rabbia e il ricordo, 9 anni fa il terremoto che ha distrutto l'Aquila

Erano le 3:32 del 6 aprile del 2009, l'Aquila ridotta in macerie

A l'Aquila non si spegne il ricordo del violento terremoto che nove anni fa, il 6 aprile del 2009, costò la vita a 309 persone. L'orologio segnava le 3:32, e il tempo, per le vittime e i loro cari è rimasto immobile, cristallizzato a quella terribile notte. Nove anni in cui non si è spento il ricordo del dramma, e non si sono spente neppure le polemiche per quello che l'ingegneria e la responsabilità umane potevano evitare e per le inchieste giudiziarie nate dopo la tragedia. Tante e interminabili le scosse, ma la più forte, di magnitudo 6.3, devastò la città e molte aree della provincia.

E ora l'Ue chiede la restituzione, entro 30 giorni, delle tasse sospese

In una città dove i cantieri ancora aperti sono quasi seicento, e dove sono ancora 8.024 le persone alloggiate nei Progetti Case e 2.149 quelle che si trovano nei moduli abitativi provvisori (Map), quelle polemiche oggi hanno il sapore amaro di un ultimo caso, scoppiato in queste ore. L'Unione europea ha infatti chiesto la restituzione, entro 30 giorni, delle tasse sospese dopo il sisma del 2009 a imprese e professionisti del cratere terremotato. La sospensione è stata bocciata dalla Commissione europea che ha aperto una procedura d'infrazione per 'aiuti di Stato'. Così una raffica di cartelle esattoriali, 350 per l'esattezza, sono state recapitate ad altrettanti imprenditori aquilani.

La fiaccolata per ricordare i nomi e i volti delle 309 vittime del terremoto

Una storia che ha dell'incredibile e che ha scatenato forti proteste. E gli aquilani non ci stanno, non si arrenderanno neppure stavolta, scenderanno in piazza se necessario, pronti ad azioni clamorose per scongiurare un nuovo dramma che rischia di metterli ancora una volta in ginocchio. Gli aquilani, con la loro forza e il loro volto gentile, sono scesi per le strade della città nelle ore del ricordo, quando era ormai buio, per una fiaccolata in ricordo delle 309 vittime di quel tragico 6 aprile.  Una sosta d'obbligo presso la ex Casa dello Studente, per arrivare alla Villa Comunale, dove è avvenuta la lettura dei 309 nomi. Tra quei 309 volti, quelli degli studenti, di padri e madri, di figli e famiglie intere spazzate via. Dopo ben nove anni sono arrivati i primi risarcimenti agli orfani, dopo la chiusura del processo Grandi rischi in Cassazione.

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La Corea del Sud si tinge di rosa per la festa degli alberi

Il 5 aprile gli alberi di ciliegio esplodono per risvegliare la primavera

Ogni 5 aprile, in Corea del Sud, con la festa degli alberi si celebra il risveglio della primavera. Simbolo indiscusso della natura che torna ad esplodere di colori e profumi è la distesa di ciliegi che sembrano dipinti a cielo aperto. La data del 5 aprile è strategica e cade proprio al centro di un Festival dedicato ai fiori di ciliegio, il Jinhae Gunhangje, che quest’anno tinge di rosa i panorami coreani dal 1 al 10 aprile. Hanami è il termine giapponese da cui deriva questa festa, che la Corea ha assorbito dai tempi della dominazione nipponica. Una festa che racconta l'antica usanza di godere della bellezza della fioritura primaverile degli alberi, in particolare quella dei sakura, ossia i ciliegi.

Festa degli alberi di ciliegio in Corea del Sud

Tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero

Sakura come simbolo anche delle arti marziali: per il samurai il ciliegio è l'emblema della vita, tra bellezza e caducità. La fioritura, come spettacolo incantevole nel quale il guerriero rivede la sua grandiosità, può essere distrutta in un attimo da un temporale. Così come il fiore cade a terra per l'improvviso evento naturale, il samurai può cadere sotto la spada del nemico. Una filosofia che ancora oggi viene tramandata nel detto: 'Tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero'. Così, nel giorno del risveglio della natura in cui si ricorda la tradizione, per strada tutto è dedicato all'albero dai fiori rosa. Per strada si possono assaggiare il pane ai fiori di ciliegio e una torta alla ciliegia a forma dell'omonimo fiore.

Festa degli alberi di ciliegio in Corea del Sud

Da fine marzo ai primi di aprile, i colori della festa degli alberi

Il risveglio della primavera in Corea del Sud si celebra da fine marzo ad inizio aprile. Per ammirare il panorama che offrono i fiori dai colori cangianti si organizzano vari festival. Tra questi, l'Icheon Baeksa Sansuyu, che racconta la fioritura gialla dei cornioli, sempre ad inizio aprile. I fiori di sansuyu ricordano una distesa di ginestre, un tripudio lungo il fiume Seomjingang. Basta spostarsi sulla costa sud orientale del paese, a Jinhae, la città più famosa per i festeggiamenti della fioritura dei ciliegi,  per ammirare il tripudio in rosa di migliaia di fiori. Stesso spettacolo a Seoul, coperta da un tappeto di ciliegi  che dalle strade raggiungono la riva del fiume Hangang.

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