Torre Eiffel, l'apertura al pubblico della 'Dame de fer' tra polemiche e curiosità
La torre Eiffel apre ai visitatori il 15 maggio 1889, per l'Esposizione universale
"Mezzogiorno meno dieci, 15 maggio 1889. La torre è aperta al pubblico. Finalmente!". Gustave Eiffel, fu il primo 129 anni fa, ad apporre la sua firma nel registro degli ospiti del celebre monumento simbolo di Parigi nel mondo. La torre Eiffel era ufficialmente aperta al pubblico, nove giorni dopo l'inizio dell'Esposizione universale parigina. L'emblema della Ville Lumière realizzato per celebrare il centesimo anniversario della rivoluzione francese, era un edificio di dimensioni colossali, all'epoca, il più alto del mondo. Al taglio del nastro erano presenti, ovviamente, gli intellettuali e i giornalisti dell'epoca. Una folla di giornalisti per l'esattezza, incuriositi dalla 'Dame de Fer'. Che raccontarono di un'esperienza senz'altro fuori dal comune "all'interno di una cabina che a mala pena" li teneva al riparo "tra carpentieri, operai del gas, fabbri e imbianchini".
Qualcuno tra i signori della stampa parigina scrisse di essere "in preda al capogiro per l'aria frizzante, per la polvere e per il rumore" a cui non era abituato. Dulcis in fundo, i giornalisti scrissero di essere stravolti dalla salita: "730 scalini (36 piani, se preferite) perché gli ascensori della torre non funzionano ancora". La torre, in effetti, presentava diverse imperfezioni, come il mancato funzionamento degli ascensori, anche se ciò non preoccupò minimamente i visitatori dell'Esposizione, disposti anche a salire a piedi pur di ammirare Parigi dall'alto. La torre più famosa al mondo, con un peso di oltre diecimila tonnellate ed un'altezza complessiva di trecentoventiquattro metri era di sicuro una novità. E ad oggi, resta il monumento a pagamento più visitato al mondo, con oltre duecento milioni di visitatori dal 1899.
Il simbolo di Parigi e la protesta degli artisti
Eppure alla sua nascita, molti guardavano alla famosa torre come a una minaccia per la storia francese. Una 'mostruosa opera' o 'un originale capolavoro di metallo?': il dibattito era vivace e animato. La 'Dame de fer' fu oggetto di polemiche e critiche per la mancanza di qualsiasi senso artistico. Il simbolo della Ville Lumière fu protagonista di paragoni poco edificanti: un chiodo, un candelabro, una torre superflua e mostruosa, la cui costruzione non avrebbe mai dovuto essere permessa. Si mobilitarono artisti ed intellettuali dell'epoca per bloccarne la costruzione. Venne sottoscritta una lettera nella quale si chiedeva di fermare immediatamente la costruzione di quella "torre ridicola e vertiginosa che sovrasta Parigi come la gigantesca ciminiera di una qualsiasi fabbrica, schiacciando ogni cosa con la sua massa barbara e sinistra".
La risposta di Gustave Eiffel non si fece attendere: "Sono convinto che la torre possegga una sua intrinseca bellezza". Convinto che le curve dei suoi quattro piloni, innalzate da una base colossale per restringersi gradatamente verso la cima, avrebbero prodotto una "meravigliosa sensazione di forza e bellezza". "Parigi sta per avere la più grande torre del mondo", rispose alle proteste. Il tempo gli ha dato ragione: quello che fu ribattezzato dai critici l'asparago di ferro, divenne oggetto indiscusso di ammirazione. Anche i critici più severi fecero un passo indietro. Eccetto Guy de Maupassant, che scrisse: "Ho lasciato Parigi e anche la Francia perché la torre Eiffel aveva finito per annoiarmi troppo. Non solamente la si vedeva dappertutto, ma la si trovava dappertutto, fatta di tutti i materiali conosciuti, esposta in tutte le vetrine, incubo inevitabile e straziante".
Il mostruoso capolavoro in metallo e le sue copie più celebri
Non tutti sanno che la progettazione di base della torre Eiffel fu opera di Koechlin e Nouguier, due ingegneri che lavoravano alle dipendenze di Eiffel. Che durante la sua costruzione, un operaio italiano perse la vita cadendo accidentalmente dai ponteggi. E poi, che per proteggere il monumento dalla corrosione, i duecentomila metri quadrati della torre vengono verniciati ogni sette anni. Sono necessarie circa sessanta tonnellate di vernice applicate in sedici mesi per un costo complessivo di tre milioni di euro.
Son numerose le copie de 'La Dame de Fer' in giro per il mondo. In Texas ne esiste una realizzata con un cappello da cowboy in vetta. Quella di Las Vegas, presso l'hotel-casinò Paris Las Vegas è la replica che più somiglia all'originale, mentre quella di Tokio è più alta di quella parigina e misura ben trecentotrentatrè metri.
La 'Dame de fer', star delle pubblicità e degli innamorati
La fama del mostruoso capolavoro è stata anche utilizzata da numerose aziende per pubblicizzare i propri prodotti. La Citroën ad esempio nel 1923 iscrisse il proprio nome sul traliccio della torre Eiffel, impiegando 250mila lampadine e seicento chilometri di filo elettrico. Poi gli spot di Air France, Yves Saint Laurent, Jean Paul Gaultier, e Campari.
Il capolavoro che si innalza quasi a toccare le stelle è diventato una vera icona di stile parigino e una meta obbligata per gli innamorati che vogliono scattarsi la foto del mitico bacio in compagnia de la 'Dame de fer'. Che sia ritratta dalla terrazza del Trocadero, dai giardini di Champ Mars o ai suoi piedi, la tour Eiffel è lo sfondo più gettonato di tutta Parigi. Nessuno, all'inizio di questa storia di metallo e polemiche avrebbe mai immaginato il suo successo.
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