I 63 anni di Francesco Nuti, buon compleanno 'bambolino'
Francesco Nuti e i suoi personaggi immortali
Caruso Pascoski, il signor Quindicipalle, Willy Signori. Personaggi immortali racchiusi nel volto unico di Francesco Nuti, da troppi anni relegato al silenzio della sua malattia dopo quel terribile incidente del 2006. Ma il sipario dei ricordi, per i tanti fan di Cecco Di Narnali e per chi continua ad amarlo, non è mai calato. L'attore, regista e produttore cinematografico che da dodici anni è condannato a una vita senza applausi, oggi compie 63 anni. Un black-out che ha oscurato la carriera di quel bravo ragazzo dall’accento toscano, classe '55, nato a Prato dal barbiere Renzo detto 'il Casanova' e da mamma Anna che in questi ultimi anni non l'ha mai lasciato solo. Accanto a lui, la presenza costante della figlia Ginevra, del fratello medico Giovanni e dell'amico di sempre, il regista Giovanni Veronesi.
Ma in molti, in quel mondo che prima gli aveva spalancato le porte del successo, hanno spento i riflettori, dimenticando quel talento che gli aveva regalato una strepitosa carriera. Già nel 2003, tre anni prima della caduta che lo aveva ridotto in coma, Francesco Nuti aveva raccontato della sua crisi personale e finanziaria. Per la star del cinema con la passione per la musica era finito il periodo d’oro, iniziato agli albori degli anni Ottanta e durato fino alla metà degli anni Novanta. Tre anni dopo quelle parole di denuncia contro quel mondo che lo aveva portato alle stelle e che aveva smesso di sostenere il suo talento, quella caduta dalle scale di casa che all’improvviso ha cambiato la vita di un artista che amava stare tanto davanti quanto dietro la macchina da presa.
L'affetto della famiglia e della figlia Ginevra
Anche il fratello Giovanni, ha sempre sostenuto che al silenzio di Francesco corrispondeva un "silenzio più forte". Quello del "mondo del cinema e dell’editoria musicale, che sembra averlo dimenticato, rimosso, con una rapidità intollerabile". Eppure quel ragazzo dall'aria un pò sbruffona, quella fossetta sul mento, quei riccioli spettinati, quegli occhi che sorridevano più della bocca erano e restano il suo marchio inconfondibile amato dal grande pubblico. Fino al '94 tutto è andato liscio. Poi, con 'Occhiopinocchio', il kolossal prodotto da Cecchi Gori e letteralmente stroncato dalla critica, per Francesco Nuti è iniziato il periodo buio. La difficoltà di affrontare la sconfitta, l'insicurezza e l'invidia di molti sono diventate un'ossessione insuperabile. Da allora la sua vita è stata in caduta libera. Fino alla caduta reale, sulle scale di casa.
Da quel giorno Cecco non parla più, non è autosufficente e per questo ha bisogno di cure costanti. La figlia Ginevra, che all'epoca aveva sette anni e che oggi è diventata la sua tutrice, ha un rapporto speciale con suo papà. Anche se non parla, per loro è semplice comunicare attraverso lo sguardo, uno sguardo pieno di attenzioni. L'11 maggio del 2014, alla festa organizzata per il 59º compleanno dell'attore, la figlia Ginevra ha cantato 'Sarà per te', la canzone che Francesco Nuti aveva portato a Sanremo nel 1988. Alla festa di Cecco Di Narnali, c'erano gli amici di sempre: Leonardo Pieraccioni, Carlo Conti, Giorgio Panariello e Marco Masini. Al Mandela Forum di Firenze, settemila persone avevano applaudito commosse quel bravo ragazzo, che aveva salutato i suoi fan con l'appellativo affettuoso di 'bambolini'.
Francesco Nuti: la vera storia di un grande talento
Quel talento venuto dal trio cabarettistico dei Giancattivi (gruppo già composto da Alessandro Benvenuti e Athina Cenci) e che aveva esordito al cinema con il film 'Ad ovest di Paperino', ha avuto una carriera cinematografica pluripremiata, sia a livello italiano che straniero. Madonna che silenzio c'è stasera (1982), Io, Chiara e lo Scuro (1983) e Son contento (1983), sono stati il suo trampolino di lancio. In particolare, il personaggio di 'Io, Chiara e lo Scuro', Francesco Piccioli, gli ha fatto vincere il David di Donatello ed il Nastro d'Argento come migliore attore protagonista. Nuti si è aggiudicato anche il Nastro d’argento, la Maschera d’argento, il Premio Amidei, il Premio Vittorio De Sica. E ancora, il Premio Francois Truffaut per la carriera al Giffoni Film Festival, e quello come miglior attore protagonista al Festival Europa Cinema.
Nel libro di Matteo Norcini, “Francesco Nuti: la vera storia di un grande talento”, si colgono tante sfumature dell'artista e dell'uomo. Ci sono anche le parole di volti noti della tv, come quelle dell'amico Roberto Benigni, che lo ha definito "Un generosissimo monello dalla malinconia sottile e delicata”. "Un’anima pura che non ha sopportato il complesso intrigo del mestiere di vivere”, ha sottolineato il cantante Pupo, abituato a non avere peli sulla lingua sul mondo dello show-business.
Di lui l'inseparabile amico, il regista Giovanni Veronesi ha raccontato molti aneddoti. In uno, ci ha regalato una speranza: "Francesco è come se adesso vivesse una terza vita. Nella prima sono stato molto presente. Nella seconda meno perché si è isolato, allontanandosi anche dalle persone più care. Adesso sta vivendo la sua terza vita. In realtà più che stargli vicino non si può fare, dimostrandogli il nostro affetto. Secondo me Francesco ha ancora quattro vite davanti. Ne ha sette, come i gatti. E continuerà a stupirci!".
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