La lezione di Helen Keller, vedere e sentire col cuore
La storia di Helen Keller a cinquant'anni dalla sua scomparsa
"Noi tutti, vedenti e non vedenti, ci differenziamo gli uni dagli altri non per i nostri sensi, ma nell'uso che ne facciamo, nell'immaginazione e nel coraggio con cui cerchiamo la conoscenza al di là dei sensi". Parola di Helen Keller, la scrittrice e insegnante statunitense sordo-cieca da quando aveva diciannove mesi. La sua storia, a cinquant'anni esatti dalla sua scomparsa, è un mistero eccezionale, quasi un miracolo raccontato in libri, film e rappresentazioni teatrali. Miss Keller, che ha ricevuto anche un Oscar onorario nel 1956 come ispirazione per un documentario sulla sua storia è morta il primo giugno del '68, in Connecticut, nella sua casa di Easton. Ma il mistero incredibile sulla sua esistenza resta immortale e inizia nella tenuta di 'Ivy Green' in Alabama. Luogo del cuore di Helen, quello della sua infanzia, quello a cui resterà legata nonostante il ricordo di quel giorno che aveva cambiato per sempre la sua vita.
A diciannove mesi Helen si ammala gravemente. 'Un'acuta congestione dello stomaco e del cervello', dicono i medici, diagnosticando una meningite che di lì a pochissimo l'avrebbe portata alla cecità e sordità totali. Ma la sua voglia di comunicare fin da allora è più forte della disabilità: ecco perchè a sette anni inventa una serie di segni convenzionali, una sessantina circa, per comunicare in famiglia. Sua madre Kate resta colpita da un resoconto del celebre scrittore Charles Dickens su American Notes, in cui cita la storia di Laura Bridgman. Una bimba sordo-cieca che ha potuto seguire un percorso scolastico nonostante la sua disabilità, al 'Perkins Institute for the Blind'. La stessa scuola che incarica Anne Sullivan, ex allieva dell'istituto e parzialmente cieca, di istruire ed educare la piccola Helen. È l'inizio di un rapporto che durerà quasi mezzo secolo.
Dalle prime parole alla laurea, che talento Miss Keller
La Sullivan, per prima cosa, chiede e ottiene il permesso dal padre di isolare la bambina dal resto della famiglia, vivendo insieme a lei in una dépendance nel giardino di casa. Il primo obiettivo è quello di insegnare la disciplina a Helen, viziata dai genitori fino a quel momento. La prima scoperta della ragazzina è la comprensione del concetto di acqua: la sente scorrere sul palmo della sua mano, è fredda. Da quel momento, Helen non smetterà più di chiedere alla sua insegnante il nome di tutti gli altri oggetti a lei familiari, compresa la sua amatissima bambola. E a dieci anni parla correttamente. Anne Sullivan la educa attraverso il metodo Tadoma (ovvero, toccare le labbra e il collo di chi sta parlando) e attraverso l'alfabeto manuale. Più tardi, Helen Keller imparerà a leggere anche l'inglese, il francese, il tedesco, il greco e il latino in Braille.
Dal 1888 al 1898 il percorso di studi di Miss Keller è sensazionale, tra la 'Wright-Humason School for the Deaf' di New York e la 'Cambridge School of Weston' in Massachusetts. Ammessa poi al 'Radcliffe College', si laurea magna cum laude nel 1904. All'età di 24 anni è la prima persona cieca e sorda a laurearsi in un college. Nel frattempo è uscita la sua corposa autobiografia 'The story of my life'. Il primo di una serie di undici libri e di numerosi articoli. Helen Keller, diventa un'autrice famosa in tutto il mondo. Da avvocato si impegna in numerose cause per i diritti dei disabili e nel 1915, fonda l'organizzazione no profit 'Helen Keller International' per la prevenzione della cecità. Assieme a Anne Sullivan, compie vari viaggi in ben 39 Paesi del mondo. La sua insegnante e amica di una vita scompare nel '36.
Helen Keller nei film, tra aneddoti e omaggi
Helen Keller ha una predilezione particolare per il Giappone. Qui nel luglio del '37, in visita alla Prefettura di Akita, chiede notizie su Hachiko, il cane di razza Akita Inu morto due anni prima. La storia del cane divenuto famoso per la sua enorme fedeltà nei confronti del padrone (interpretato da Richard Gere nel celebre film del 2009 'Hachiko - Il tuo migliore amico') l'ha molto colpita. Chiede di avere un cane della sua stessa razza, e il Giappone le regala un cucciolo chiamato Kamikaze-go, che morirà poco tempo dopo per cimurro. Il Governo giapponese provvede così a regalarle come dono ufficiale il fratello maggiore di Kamikaze, Kenzan-go. Proprio a Helen Keller si attribuisce la prima introduzione negli Stati Uniti di un cane di razza Akita Inu. Sull'Akita Journal, Miss Keller descrive l'amico Kamikaze-go con queste parole: 'Se mai è esisitito un angelo con la pelliccia, quello era Kamikaze'.
La storia incredibile di Helen Keller ha ispirato il cinema. Il primo film muto sulla storia di Helen Keller, 'Deliverance', viene prodotto nel 1919. Mentre nel '62 viene girato 'Anna dei miracoli', ispirato alla sua insegnante Anne Sullivan e a Helen naturalmente. Film in cui non si fa accenno all'impegno politico della Keller. Solo una versione del duemila prodotta dalla The Walt Disney Company accenna, nei titoli finali, al fatto che è stata 'un'attivista per l'equità sociale'. Una descrizione calzante: anche se membro del Partito Socialista d'America, a cui partecipa attivamente scrivendo molti articoli in favore della classe operaia, la Keller ha combattuto per l'equità sociale partendo dalle diversità. Nel 2003, l'Alabama ha dedicato alla memoria di questa straordinaria donna, attivista e scrittrice, l'emissione delle monete da 25 centesimi di dollaro.
Intrappolare le parole, il percorso meraviglioso di Helen
Dopo aver raggiunto questi straordinari traguardi, tra mistero e talento miracoloso, Helen Keller racconterà i primi giorni di quando conobbe il dono della parola. Lei che non poteva vedere nè sentire. 'I bambini che sono in grado di sentire imparano a parlare senza particolare sforzo. Catturano al volo le parole che cadono dalle labbra altrui, così come sono, felicemente. Mentre i bambini sordi devono intrappolarle attraverso un processo lento e spesso doloroso. Ma qualunque sia questo processo, il risultato è meraviglioso. Gradualmente, partendo dal dare un nome ad un oggetto, avanziamo un passo alla volta, finché abbiamo colmato la vasta distanza fra la nostra prima sillaba balbettata e l'ampiezza del pensiero di un verso di Shakespeare'.
Parole che spalancano il nostro sguardo oltre i confini del quotidiano, verso l'infinito. Prima di tutto Helen Keller era un'ottimista. Il pensiero positivo come 'fede che porta ad una conquista. Non si può fare nulla senza speranza'. Una lezione che questa donna dell'Alabama ci insegna senza se e senza ma, con una frase che racchiude un concetto universale di bellezza: 'Le cose migliori e più belle di questo mondo non possono essere viste e nemmeno ascoltate, ma devono essere sentite col cuore'.
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