'A Beautiful Mind': le misteriose equazioni dell'amore di John Nash

John Nash, il genio della matematica scomparso tre anni fa

"È soltanto nelle misteriose equazioni dell'amore, che si può trovare ogni ragione logica". Parola di John Nash, tra i matematici più brillanti e originali del Novecento, scomparso esattamente tre anni fa, il 23 maggio del 2015. Divenuto famoso al grande pubblico anche per aver sofferto per lungo tempo di una grave forma di schizofrenia, ha ispirato il famoso film 'A Beautiful Mind'. Nash ha rivoluzionato l'economia con i suoi studi di matematica applicata alla teoria dei giochi, vincendo il Premio Nobel per l'economia nel 1994. Geniale e raffinato, matematico puro, con un'abilità fuori dal comune nell'affrontare i problemi da un'ottica nuova. L'uomo dalla mente brillante ha trovato soluzioni elementari a problemi complessi: dall'immersione delle varietà algebriche, alle equazioni differenziali paraboliche alle derivate parziali, fino alla meccanica quantistica.

Un genio assoluto John Nash, che già da piccolo mostra un carattere solitario, introverso e un pò stravagante. Un ragazzo singolare, più interessato ai libri che al gioco con i coetanei. La madre gli insegna a leggere a quattro anni, e la lettura diventa per Johnny (così veniva chiamato in famiglia) la compagna più fidata. Soprattutto libri scientifici, quelli per l'infanzia non fanno al caso suo. In quarta elementare prende il suo primo sette in matematica. E già a quattrordici anni la sua mente inizia a viaggiare in quell'universo dei numeri che accompagnerà tutta la sua vita. Ancora adolescente, leggendo il libro 'I grandi matematici' di Eric Temple Bell, incuriosito dal teorema di Fermat sui numeri primi, ne escogita una dimostrazione. Nonostante ciò a scuola il suo genio non viene subito compreso: il suo carattere schivo lo mette in cattiva luce. Probabilmente la realtà scolastica lo annoia, come era accaduto anche nel caso di Albert Einstein, altrettanto insofferente verso quel mondo conformista.

La teoria dei giochi: equazioni da Nobel di una mente brillante

Al liceo, invece, la sua superiorità intellettuale gli fa ottenere la considerazione e il rispetto dei compagni. Si laurea in matematica nel 1948 e già è una 'star' dei numeri. Ha molte offerte di borse di studio, da parte di Università importanti: Harvard, Princeton, Chicago e Michigan. Nash sceglie Princeton: qui insegnano, fra gli altri, Albert Einstein e John von Neumann. Nella lettera di presentazione che Nash porta a Princeton, c'è solo una frase, scritta dal rettore: 'Quest'uomo è un genio'. Nel '49, mentre studia per il suo dottorato, il ragazzo della Virginia nato nel 1928, stabilisce i principi matematici della teoria dei giochi e scrive un saggio che 45 anni più tardi gli varrà il Nobel. Una teoria che non è altro che la scienza matematica che analizza le decisioni individuali di un soggetto in situazioni di conflitto o interazione strategica con altri soggetti rivali, finalizzate al massimo guadagno di ciascun soggetto. Nei giochi il concetto di equilibrio emerge in tutta la sua forza.

Calzante l'analisi del suo collega, Peter Ordeshook: "Il concetto di equilibrio di Nash è forse l'idea più importante nella teoria dei giochi non cooperativi. Sia che analizziamo le strategie di elezione dei candidati, le cause della guerra, la manipolazione degli ordini del giorno nelle legislature, o le azioni delle lobby, le previsioni circa gli eventi si riducono ad una ricerca o ad una descrizione degli equilibri. In termini più semplici, le strategie di equilibrio sono ciò che prevediamo delle persone". Nel '58, Nash viene segnalato dalla rivista Fortune per la teoria dei giochi, la geometria algebrica e la teoria non lineare. Viene definito il più brillante matematico della giovane generazione, tanto nel campo della matematica pura quanto in quello della matematica applicata. Poi inizia a occuparsi delle questioni legate all'interpretazione della meccanica quantistica: anni dopo dichiarerà che probabilmente l'impegno che mise in questa impresa fu causa dei suoi primi disturbi mentali.

Lucidità geniale e deliri nel film 'A Beautiful Mind'

Nash e i suoi familiari hanno dovuto convivere con la schizofrenia per più di trent'anni. Ricoveri alternati a momenti di lucidità e successi sorprendenti. E poi i deliri: Nash e le sue ricorrenti visioni di messaggi criptati provenienti da extraterrestri o da spie russe, o la convinzione di essere l'imperatore dell'Antartide o il piede sinistro di Dio, o il capo di un governo universale. Particolari raccontati in 'A Beautiful Mind', il film del 2001 ispirato alla sua vita, del regista statunitense Ron Howard, vincitore di quattro Golden Globe e di altrettanti Oscar. Una rivisitazione in chiave cinematografica della vita del genio della matematica interpretato da Russell Crowe, un pò romanzata in alcuni punti della biografia. Tra le tante licenze, nel film Nash continua la terapia farmacologica a base di antipsicotici atipici anche dopo il 1970.

Una scelta quella degli sceneggiatori, che secondo lo stesso Nash sarebbe stata motivata dal timore di veicolare il messaggio che un genio affetto da schizofrenia avrebbe potuto interrompere la terapia anche in assenza di una remissione totale e definitiva dei sintomi. Invece l'uomo dalla mente brillante dichiarò di non aver più fatto uso di farmaci: dopo lunghi travagli, imparò a gestire i sintomi, ottenendo la loro totale remissione e quindi la sostanziale guarigione all'inizio degli anni Novanta. Il simbolo di questa rinascita fu, nel 1994, il conferimento del premio Nobel per l'economia, attribuitogli per i suoi contributi giovanili all'applicazione della teoria dei giochi non cooperativi all'economia, il cui concetto basilare è dato dall'Equilibrio di Nash.

La più importante scoperta, la logica nelle misteriose equazioni dell'amore

La fine di 'A Beautiful mind' porta una data: il 23 maggio di tre anni fa, all'età di ottantasei anni, insieme alla moglie ottantaduenne Alicia, John Nash muore in un incidente stradale nel New Jersey.  Di ritorno dalla Norvegia, dove si era recato per ritirare un prestigioso premio matematico, l'Abel Prize. Non è un caso che con lui, nei suoi ultimi istanti, ci fosse la donna della sua vita. Perché grazie all'amore, Nash ha detto di aver fatto la sua più importante scoperta, oltre ogni equazione o calcolo matematico. "Ho sempre creduto nei numeri. Nelle equazioni e nella logica che conduce al ragionamento. Dopo una vita vissuta in questi studi, io mi chiedo: cos'è veramente la logica? Chi decide la ragione? La mia ricerca mi ha spinto attraverso la fisica, la metafisica, mi ha illuso e mi ha riportato indietro. Ed ho fatto la più importante scoperta della mia carriera. La più importante scoperta della mia vita. È soltanto nelle misteriose equazioni dell'amore che si può trovare ogni ragione logica. Io sono qui grazie a te. Tu sei la ragione per cui io esisto. Tu sei tutte le mie ragioni".

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