Leonardo da Vinci, cinque secoli tra genio e invenzioni

Il maestro Leonardo da Vinci muore il 2 maggio del 1519

Leonardo da Vinci, il genio, il maestro. Colui che con la sua mente e le sue invenzioni ha illuminato il mondo, ci lasciava il 2 maggio del 1519. Cinque secoli, per l'esattezza 499 anni fa. Genialità e creatività tutte italiane nella storia eccezionale di un uomo nato in una piccola fattoria di una frazione di Vinci, come è scritto nel suo nome. Nel cuore delle colline fiorentine, il 15 aprile del 1492, veniva alla luce un artista di ingegno e talento universali e non solo per il Rinascimento. Un inventore senza tempo e oggi di grande attualità.

Ingegnere, pittore, scienziato e non solo: Leonardo da Vinci è stato un precursore nell'architettura e nella scultura. Ma è stato anche disegnatore, musicista, scenografo, anatomista, progettista, botanico. Insomma, uno dei più grandi geni dell'umanità, un visionario partito dalla sua Toscana e dall'Italia per diffondere la cultura con la C maisucola in tutto il mondo e diventare il pioniere tra i pionieri.

Il genio italiano morto in Francia, Leonardo alla Corte di Francesco I

L'Italia però non è stato l'ultimo Paese che i suoi occhi illuminati hanno visto. Il 2 maggio del 1519 quegli occhi si sono chiusi per sempre nella città francese di Amboise. Due anni prima Leonardo era giunto in Francia al servizio del re Francesco I, insieme al suo pupillo Francesco Melzi e al servitore Battista de Vilanis. Il re gli aveva concesso un alloggio nel castello di Clos-Lucé e il titolo di 'premier peintre, architecte, et mecanicien du roi', con una pensione di cinque mila scudi.

Leonardo da Vinci, cinque secoli tra genio e invenzioni. Gioconda

Francesco I era un sovrano colto e raffinato, amante dell'arte soprattutto italiana. Il re avrebbe infatti acquistato insieme ad altre opere la tanto 'dibattuta' Gioconda. Almeno secondo una serie di ricostruzioni storiche sulle collezioni reali francesi. Sebbene indebolito dalla vecchiaia e da una probabile trombosi cerebrale che gli aveva paralizzato la mano destra, Leonardo nel periodo della vita in Francia aveva potuto continuare con passione e dedizione i propri studi e le ricerche scientifiche. Il genio non aveva perso neppure la sua indole poetica e ironica. In un suo ultimo manoscritto del giugno 1518, Leonardo mostra tutta la sua umanità e quotidianità. Interrompendo alcuni calcoli di geometria, con un "eccetera, perché la minestra si fredda"!.

Dalla bottega toscana del Verrocchio alla Milano tecnologica

Un talento, quello di Leonardo da Vinci, mostrato fin da giovanissimo. Era stato allievo di Andrea del Verrocchio, la cui bottega era tra le più importanti di Firenze, nonché una vera e propria fucina di nuovi talenti. Un laboratorio virtuoso dalle attività poliedriche. Pittura, tecniche scultoree, nozioni di carpenteria, meccanica, ingegneria e architettura. Leonardo era entrato sotto la protezione di Lorenzo de’ Medici, mecenate umanista. Nel 1482 era già a Milano, una delle poche città in Europa a superare i centomila abitanti, al centro di una regione popolosa e produttiva. Città che lo affascinava molto per la sua apertura alle novità scientifiche e tecnologiche.

Qui, approdato alla corte di Ludovico Sforza, Duca di Milano, nasceranno alcuni dei suoi grandi capolavori, come la Vergine delle Rocce nelle due versioni di Parigi e di Londra. Preparerà le decorazioni del Castello Sforzesco di Milano per il matrimonio tra Gian Galeazzo Sforza e Isabella d’Aragona e si occuperà di ingegneria idraulica, con le opere di bonifica della bassa lombarda. Nel 1499 Milano viene invasa dalle truppe del re di Francia Luigi XII. Leonardo fugge prima a Mantova, poi a Venezia. Torna a Firenze nel 1503: affrescherà insieme a Michelangelo, il Salone del Consiglio grande nel Palazzo della Signoria.

Le invenzioni di Leonardo da Vinci, la Gioconda e la bicicletta

Dalla Gioconda all'Ultima Cena, le opere intramontabili di Leonardo non hanno bisogno di presentazioni. Opera iconica della pittura mondiale, la Gioconda, nota anche come Monna Lisa, databile al 1503-1506 circa, è conservata nel Museo del Louvre di Parigi. Mentre il dipinto-capolavoro dell'Ultima Cena, databile al 1495-1498 è conservato nell’ex-refettorio rinascimentale del convento adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano. E ancora, la Dama con l'ermellino, esposto al Czartoryski Muzeum di Cracovia, databile al 1488-1490. La donna ritratta è stata identificata dai critici con Cecilia Gallerani, una delle amanti del protettore di Leonardo, Ludovico Sforza. Infine, l'inconfondibile Uomo Vitruviano, disegno a penna e inchiostro conservato nel Gabinetto dei disegni e delle stampe delle gallerie dell'Accademia di Venezia.

Leonardo da Vinci, cinque secoli tra genio e invenzioni. Ultima cena

Tra le opere dell'ingegno del maestro, la progettazione di macchine e artifici bellici, nonché di architetture difensive. Suoi sono i progetti di macchine per fabbricare pallini da schioppo, dispositivi automatici per l’accensione di cannoni, sistemi di fabbricazione di cannoni, balestre e catapulte. Noto anche per i suoi studi di anatomia, studioso del volo degli uccelli e di idee rivoluzionarie per migliorare la vita dell'umanità. Autore di progetti per la canalizzazione dell’Arno e per il prosciugamento delle paludi di Piombino. Ideatore di piani di ingegneria idraulica per alcuni fiumi francesi e per il sistema dei Navigli a Milano. Progettista di invenzioni realizzate poi nel XX secolo, come la bicicletta e i sottomarini.Tra le invenzioni famose anche la macchina volante, quella per filare e quella per fabbricare viti, l'argano per sollevare pesi.

I Codici di Leonardo, manoscritti di un genio del Rinascimento

Ma c'è qualcosa che racconta più di tutto il genio di questo maestro del Rinascimento. I Codici di Leonardo. Una enorme massa di scritti, sicuramente la più consistente del periodo rinascimentale che ha subìto, dopo la morte di Leonardo, molte vicissitudini. Annotazioni, appunti e disegni su argomenti diversi, oggi suddivisi in modo non originale e che alla morte del maestro erano rimasti in mano al suo fedele discepolo Francesco Melzi. Gli eredi di Melzi sarebbero stati i primi a disperdere quel tesoro, cedendone alcune parti ad amici o collezionisti. Poi il periodo delle spoliazioni napoleoniche, e quello dello scultore seicentesco Pompeo Leoni che con l'intenzione di separare i disegni artistici da quelli tecnologici e di unificare le pagine scientifiche, smembra parte dei manoscritti originali.

Per citare alcuni dei famosi manoscritti, il Codice Arundel si trova a Londra presso la British Library, il Codice Atlantico è invece conservato a Milano presso la Biblioteca Ambrosiana. Il Codice sul volo degli uccelli si trova presso la Biblioteca Reale di Torino. E infine, il Codice Leicester, che è stato acquistato nel 1994 da Bill Gates: il manoscritto cartaceo, rilegato in pelle e composto da 36 fogli riguarda in prevalenza studi di idraulica e moti dell'acqua (1504-1506). Sono presenti anche studi di astronomia.

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