Essere madre, quell'istinto animale primordiale
Mamme nel pianeta animale, la Natura lo sa
La Festa della mamma è la celebrazione di ogni madre e di ogni figlio. Essere madre è un istinto primordiale. Dalla Terra, primitiva sorgente di vita, madre per eccellenza, al mondo femminile del genere umano e del pianeta animale. E se per la maggior parte delle donne di ieri e di oggi le radici di questo legame con i propri figli non si spezzano mai, per il mondo animale la maternità percorre strade diverse. Nel regno animale quel legame bestiale tra madre e cucciolo può essere fortissimo nel primo periodo dopo la nascita, ma quando è il momento il piccolo deve prendere la sua strada. Ma in quegli istanti in cui le madri devono accompagnare i figli al distacco e all'autonomia verso una vita indipendente, quell'istinto primordiale si manifesta con tutta la naturalezza primitiva.
C'è una madre molto speciale, quella di canguro rosso (Macropus rufus) che addirittura riesce a far nascere il suo piccolo quando sente che le condizioni dell'habitat attorno a lui sono le più consone. Vive nel deserto australiano ed è uno dei pochi mammiferi che ha saputo adattarsi alle difficili condizioni di quel clima. La femmina, proprio valutando le condizioni esterne, è in grado di bloccare lo sviluppo dell'embrione nel suo utero, attendendo congiunture più positive. Il cucciolo che nasce dopo appena trentatrè giorni di gestazione è davvero piccolo: coi suoi due centimetri e mezzo di lunghezza riesce comunque a risalire il ventre della madre e, attaccandosi al pelo, a raggiungere la sacca del marsupio dove inizierà a nutrirsi.
Dagli orsi ai koala, la cura dei cuccioli prima del distacco
Gli orsi, animi solitari per eccellenza, si trasformano per il lieto evento. Quelli polari (Ursus maritimus) che abitano i ghiacciai artici, e l'orso bruno sparso tra gli Usa nord occidentali e l'Alaska (Ursus arctos) non amano di certo la vita sociale. Ma nella fase dell'allevamento dei piccoli questo carattere introverso e asociale subisce una eccezionale metamorfosi. Mamma orso si occupa da sola della cura dei suoi cuccioli. E non li abbandona per i primi tre anni di vita, pronta a tirare fuori gli artigli e ad attaccare un orso maschio che arrivi a minacciare i suoi 'bambini'. E c'è chi adotta stratagemmi infallibili per non perdere di vista il proprio cucciolo. Le femmine di lemure (Lemur catta), adoratrici del sole del Madagascar, fanno in modo che il loro piccolo si attacchi saldamente alla loro schiena.
Sempre presente nella vita del cucciolo, fino alla sua completa autonomia, è la pecora delle Montagne Rocciose americane (Ovis dalli). Una madre che si occupa dei piccoli per mesi senza lasciarli mai soli. Fino a che non sono capaci di affrontare le impervie pendenze autonomamente. L'amore di mamma e un fitto cuscino di peli sotto le zampe li aiuterà a non perdere aderenza. L'istinto primordiale di essere figlio, tocca in particolare al cucciolo di koala (Phascolarctos cinereus). Appena nato è un esserino di mezzo grammo senza pelo e cieco, lungo pochi centimetri. Dopo il parto, deve raggiungere il marsupio della madre per attaccarsi ad uno dei due capezzoli. Passerà, dopo sei mesi, dal latte ad una pappa di foglie di eucalipto premasticate dalla madre. Con questa dieta la crescita sarà più rapida e il giovane koala comincerà a guardarsi attorno. Ma resterà ancora un pò aggrappato alla schiena di mamma koala.
Mammina cara o mammina matrigna? Stategie di sopravvivenza
Essere madre però è una variabile che in alcune specie ha istinti all'apparenza molto poco amorevoli. Mammina cara o mammina matrigna? Di certo ci sono comportamenti inusuali in alcune 'signore' del regno animale, ma a tutto c'è una spiegazione. L'aquila nera non interviene nelle zuffe dei figli, anche se spesso hanno un esito letale. Sotto gli occhi della madre il figlio maggiore può uccidere quello più piccolo. Ma il gioco crudele nasconde una strategia comune a vari uccelli: le lotte fra i figli contribuiscono a destinare le risorse di cibo a chi ha più probabilità di sopravvivere. La priorità delle madri non è dunque la sopravvivenza della prole, ma della specie.
E che dire di mamma svasso dal cappuccio, una specie di uccello acquatico che abbandona i pulcini al loro destino. O meglio, i genitori covano due uova in nidi galleggianti. Appena una delle due si schiude, la coppia e il primo pulcino abbandonano il nido, lasciando l'altro al suo destino. Questo perchè deve esserci una 'riserva' nel caso in cui sorgano problemi con il pulcino prescelto, come è nella routine degli uccelli predatori. Un pò come mamma panda, che a volte partorisce due piccoli, ma è raro che ne allevi più di uno. Il secondo cucciolo, grande appena pochi centimetri e incapace di badare a se stesso, viene in genere abbandonato alla sua sorte. Meglio ritrovarsi con un piccolo in salute che non con due in difficoltà. Matrigna spietata appare la mamma criceto, che può addirittura divorare i suoi cuccioli. Perchè deve fare i conti con le numerose nidiate prodotte. Impossibile allevarli tutti, ma intanto il numero di nuovi nati assicura una discendenza sana.
Festa della mamma, una scelta naturale
Di fronte a matrigne pronte a uccidere per la sopravvivenza della specie, ci sono madri disposte ad adottare cuccioli trovatelli. Anche di un al'tra specie. La mamma è sempre la mamma, anche quella che la Natura non ha deciso. Come la storia di Koko, una femmina di gorilla che in uno zoo della California ha adottato All Barr, un gattino trovatello. La sua gestualità e i piccoli rituali di madre adottiva hanno incantato il web. Non meno sorprendente quanto accaduto allo zoo Qingdao, in Cina, dove una cagnetta meticcia di piccola taglia ha nutrito e allevato tre cuccioli di tigre siberiana. E ancora, è accaduto che una scimmia vedesse nutrire un tigrotto orfano con un biberon: ebbene, ha strappato il biberon all'operatore dello zoo, ha agguantato il tigrotto e ha pensato lei a fare le veci di mamma tigre. Curandolo e sfamandolo. Di mamma ce n'è una sola, ed essere madre, si sa, è un istinto primordiale. La Festa della mamma è dedicata a chi sceglie di essere madre, ovunque e comunque sia.
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