Margherita Hack, la 'donna delle stelle'

La prima donna a dirigere l'Osservatorio Astronomico di Trieste

"Non sono stata un Einstein. Non ho fatto grandi scoperte. Ho portato, nel mio campo, un contributo al progresso della scienza. E l’ho fatta conoscere soprattutto ai giovani, che sono molto interessati e contenti di imparare qualcosa". Parola di Margherita Hack, astrofisica, accademica e divulgatrice scientifica italiana, scomparsa a Trieste il 29 giugno del 2013. Icona del pensiero libero e dell'anticonformismo, animalista, vegetariana, atea, convinta dell'esistenza degli extraterrestri, ma sempre scettica riguardo agli UFO nei cieli, definendoli "bischerate". Professore ordinario di astronomia all'Università di Trieste dal '64 al '92, è stata la prima donna italiana a dirigere l'Osservatorio Astronomico di Trieste portandolo a rinomanza internazionale.

Margherita era la 'donna delle stelle', anche se il suo approccio con i corpi luminosi della volta celeste era tutt'altro che poetico. Era pragmatico, proprio come era lei. "Capisco che un bel cielo stellato possa essere uno spettacolo meraviglioso, ma come un bel tramonto, come una bella aurora, come un magnifico paesaggio, non a caso l'Unesco ha dichiarato il cielo stellato patrimonio dell'umanità. Ma perché turbarsi?". Un approccio scientifico, alle prese con le stelle e la loro temperatura, densità, composizione chimica. "La gente ci immagina a testa in su che studiamo il cielo con un cannocchiale. Ma quando mai? In realtà stiamo molto più tempo al computer. Anzi: i telescopi moderni sono dei computer su cui i rilevatori elettronici traducono l'intensità delle radiazioni delle stelle esprimendola in numeri".

Margherita Hack e il suo approccio pragmatico con le stelle

La scienza prima di tutto. Così la Hack ha dedicato la sua vita alle stelle, avendo con il firmamento lo stesso approccio che gli entomologi hanno con gli insetti. Nessuna condivisione per la convinzione filosofica nell'affermazione di Kant: "Due cose mi riempiono l'animo di crescente meraviglia e di timore: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me". La legge morale e meraviglia di fronte alle stelle sì, ma non certo il timore: "È sbagliato provare questo senso di annientamento. Anzi: quel che sento io è proprio il contrario. È una grande soddisfazione al pensiero che noi siamo così piccini, viviamo così poco, eppure negli ultimi cento anni siamo riusciti a capire così tanto di astrofisica, c'è stata un'accelerazione incredibile".

Amore per la scienza nel senso più puro del termine, ma anche una curiosità guizzante che solo alcune menti possono avere. "Altri diecimila anni per scoprire cos'è la materia oscura, arrivare al primo istante del big bang, vedere tutte le conseguenze meravigliose che avrà la mappatura del dna". Margherita Hack avrebbe fatto qualsiasi incantesimo o magia pur di avere davanti millenni di conoscenza e possibili scoperte. E alla domanda se dovesse trasferirsi su Marte, pianeta inospitale per eccellenza, la Hack aveva risposto: "Porterei con me Guerra e Pace, la Montagna incantata, Vivaldi, Mozart e Bach. E anche la mia amatissima bicicletta: su Marte sicuramente non c'è traffico". Ironia sottile e pragmatismo, come sempre.

La carriera scintillante della 'donna delle stelle'

Membro delle più prestigiose società fisiche e astronomiche, Margherita Hack è stata anche direttore del Dipartimento di Astronomia dell'Università di Trieste e membro dell'Accademia Nazionale dei Lincei. Ha lavorato presso numerosi osservatori americani ed europei ed è stata per lungo tempo membro dei gruppi di lavoro dell'ESA e della NASA. In Italia, con un'intensa opera di promozione, ha ottenuto che la comunità astronomica italiana espandesse la sua attività nell'utilizzo di vari satelliti giungendo ad un livello di fama internazionale. Ha pubblicato numerosi lavori originali su riviste internazionali e numerosi libri sia divulgativi sia a livello universitario.

Margherita Hack, la donna delle stelle

Margherita Hack nel 1978 fondò la rivista bimensile 'L'Astronomia' il cui primo numero vide la luce nel novembre del '79. Poi, insieme con Corrado Lamberti, diresse la rivista di divulgazione scientifica e di cultura astronomica 'Le Stelle'. E ancora, l'asteroide 1995 PC, scoperto da Andrea Boattini e Luciano Tesi, è stato denominato "8558 Hack" dall'Unione Astronomica Internazionale. A raccontare invece la Margherita del privato, è stato spesso l'uomo della sua vita, il marito: "Straniera, si sentiva fiorentina anche se il padre era svizzero. Mi ha colpito fin da quando l’ho incontrata da bambino: era energica, si arrampicava sugli alberi meglio di me, giocava a palla e non si arrendeva mai. Mi piaceva la forza che riusciva a esprimere. Per me lei è sempre stata come Giovanna d’Arco: combattiva, un pò maschile, mai civettuola".

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