Cassius Clay (Muhammad Ali), la leggenda del pugilato
Cassius Clay: la leggenda del pugilato a due anni dalla scomparsa
"Vola come una farfalla, pungi come un'ape". Una delle massime della leggenda del pugilato Muhammad Ali, all'anagrafe Cassius Clay, scomparso il 3 giugno di due anni fa. Agile come una farfalla per volare sull'avversario, potente e pungente nei destri, nelle parole, negli ideali. Carismatico, provocatorio, stravagante sia dentro che fuori dal ring. Cassius Clay, mix di agilità e potenza che gli è valso la nomina da parte della BBC di sportivo del secolo, è un campione unico, che ha ispirato il mondo della boxe e incantato il pubblico. In tanti hanno cercato di emularlo. Impossibile avvicinarsi al mito. A colui che è stato un combattente nato. Anche nell'affrontare il morbo di Parkinson, con cui ha dovuto fare i conti dall'84. Eppure il ritiro dallo sport e il declino fisico graduale non hanno mai avuto la meglio sulla sua mente. Si è impegnato fino alla fine in numerose azioni umanitarie. Raccogliendo in particolare i fondi per la ricerca e la creazione del Muhammad Ali Parkinson center a Phoenix, in Arizona.
Il ragazzo del Kentucky ha iniziato ad allenarsi all'età di undici anni. La prima vittoria ad entrare nella leggenda, quella dell'oro Olimpico ai Giochi di Roma nel '60. A ventidue anni, è il 1964, si aggiudica il titolo mondiale dei pesi massimi sconfiggendo a sorpresa il temuto e potente campione in carica Sonny Liston. Tre anni dopo la conquista del campionato mondiale, Ali si rifiuta di combattere nella Guerra del Vietnam per via della sua religione e della sua opposizione al conflitto. Viene arrestato e accusato di renitenza alla leva, oltre ad essere privato del titolo. Non combatte per quattro anni, fino a quando nel '71 la Corte suprema degli Stati Uniti d'America annulla la condanna. Campione indiscusso dei pesi massimi nel '64, '74 e '78, Ali vince innumerevoli volte il premio di 'pugile dell'anno' assegnato dalla rivista statunitense 'The Ring'.
I macth storici di Muhammad Ali e il pugno fantasma
Soprannominato 'The Greatest' (Il più grande), Muhammad Ali è protagonista di incontri appassionanti, che tengono il mondo con il fiato sospeso. Uno di questi, nel '65, è quello con Sonny Liston. Ali, detentore della corona dei massimi, alla prima ripresa dopo appena un minuto stende l'avversario con un colpo apparentemente innocuo, quasi invisibile, passato alla storia come il 'pugno fantasma' (the phantom punch). L'immagine del campione del mondo che sovrasta Liston al tappeto è divenuta una delle icone della nostra epoca. Poi gli incontri con Floyd Patterson: Ali vince due volte, mettendo l'avversario KO. E ancora si trova sul ring con Zora Folley, Cleveland Williams, George Chuvalo, Brian London. Ali affronta tutti i pugili più quotati dell'epoca, rimanendo sempre imbattuto. Storica la disputa a Kinshasa, nello Zaire, con George Foreman, noto come 'The Rumble in the Jungle'.
Il 30 ottobre del '74, prima del match Ali cerca di innervosire il suo avversario con il trash-talking, insultandolo pesantemente e irritandolo con i suoi comportamenti provocatori. Il pubblico manifesta il suo forte sostegno ad Ali e grida: "Ali boma ye" ovvero "Ali uccidilo". Cassius Clay mette KO Foreman all'ottava ripresa, grazie ad una tattica inattesa. Il 'rope-a-dope', ossia la strategia per la quale una delle parti si mette di proposito in una posizione apparentemente svantaggiata, per ottenere la vittoria finale. E così avviene. Ali rimane alle corde per quasi tutti gli otto round e subisce i colpi dell'avversario, facendo sfogare tutta la potenza di Foreman contro un bersaglio che rimbalza. L'azione elastica delle corde attenua la potenza dei colpi. Ali diventa campione del mondo per la seconda volta. E ancora, Thrilla in Manila, come viene soprannominato il terzo ed ultimo incontro nelle Filippine tra Ali e Joe Frazier, che viene messo KO. Un match considerato tra i migliori nella storia dello sport.
Tanti omaggi al re della boxe, niente è impossibile
Un campione diverso da tutti gli altri, anche per il suo carattere sfrontato. In un'era dove molti pugili lasciano parlare i propri manager, il campione del pugilato ispirato dal wrestler Gorgeous George, si ritaglia il proprio spazio non solo sul ring. L''Apollo Creed' della saga di Rocky, sembra ispirarsi in tutto e per tutto alla figura di Ali, con il suo stile ironico e senza filtri con i giornalisti e prima del match. Infatti Cassius Clay prende il controllo di numerose conferenze stampa ed interviste, parlando liberamente anche di problemi non legati al pugilato. Trasformando profondamente il ruolo e l'immagine dell'atleta afroamericano negli Stati Uniti, diventando punto di riferimento del Potere Nero. Il suo carisma diffonde ovunque lo slogan politico e le diverse ideologie del 'Black Power', come orgoglio degli afroamericani.Tanti gli omaggi e i riconoscimenti alla leggenda della boxe. La International Boxing Hall of Fame e la World Boxing Hall of Fame lo hanno innalzato sull'Olimpo dei pugili di ogni tempo.
Ali detiene anche i prestigiosi allori di 'Sportman Of The Century' per la rivista sportiva 'Sports Illustrated'. Nel '74 viene premiato dall'Associated Press come 'Atleta maschile dell'anno'. E ancora, è stato scelto dalla rivista 'TIME' come una delle cento persone più influenti del Ventesimo secolo nella categoria 'Heroes And Icons', unico sportivo insieme a Pelé e Bruce Lee. Ha inoltre ricevuto dagli Usa la Medaglia presidenziale della libertà nel 2005, e nello stesso anno è stato insignito a Berlino della Medaglia Otto Hahn per la Pace. Tutta la sua storia è racchiusa nelle stanze del Muhammad Ali Center, museo senza scopo di lucro e centro culturale a lui dedicato. Per Ali niente era impossibile, neppure quando ha combattuto con la malattia. Ecco la sua massima che lo racconta più di ogni altra. "Impossibile è solo una parola pronunciata da piccoli uomini che trovano più facile vivere nel mondo che gli è stato dato, piuttosto che cercare di cambiarlo. Impossibile non è un dato di fatto, è un'opinione. Impossibile non è una regola, è una sfida. Impossibile non è uguale per tutti. Impossibile non è per sempre. Impossibile è niente".
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