Romy Schneider e il mito intramontabile di Sissi

La scomparsa di Romy Schneider, il 29 maggio dell'82

Per tutti è e resterà sempre la principessa Sissi. L'attrice Romy Schneider, nome d'arte di Rosemarie Magdalena Albach-Retty, era nata a Vienna nel '38. Era austriaca, proprio come il personaggio che l'ha resa immortale nel film dedicato a Elisabetta imperatrice d'Austria. Una leggendaria interpretazione perchè Romy era esattamente come Sissi, indipendente e raffinata. E non deve stupire se l'appellativo principesco le sia rimasto addosso tutti i giorni della sua vita. Vita che putroppo è sfiorita troppo presto. La Schneider, di origini austriache ma francese d'adozione, è morta a Parigi a soli 43 anni, il 29 maggio di trentasei anni fa.

Trovata senza vita nella casa parigina del produttore Laurent Petin, al quale era legata da circa un anno, si era pensato subito al sucidio. L'anno prima Romy Schneider era rimasta profondamente segnata dalla tragica scomparsa di David, il figlio quattordicenne rimasto coinvolto in un brutto incidente mentre si trovava a casa dei nonni. Era in preda alla disperazione per quella perdita, ma l'autopsia aveva stabilito che non si trattò di suicidio. L'amata interprete della principessa austriaca, era morta per un fatale arresto cardiaco. Oggi Romy è sepolta accanto al figlio David, a Boissy-sans-Avoir, un piccolo paese vicino alla capitale francese.

Il debutto dell'attrice e la trilogia intramontabile di Sissi

Figlia d'arte, il debutto sullo schermo, per la quindicenne Schneider era avvenuto molto presto. Nel '53, quando aveva esordito nel film 'Wenn der weiße Flieder wieder blüht' (Quando il bianco lillà fiorisce di nuovo) e tutti avevano notato la sua estrema bellezza e somiglianza con la madre. L'attrice di successo Magda Schneider, protagonista di oltre settanta film. Anche il padre, Wolf Albach-Retty era attore, anche se meno noto rispetto alla moglie. La futura principessa Sissi aveva seguito così le orme di sua madre. Non solo. Madre e figlia, in molte pellicole, avevano interpretato lo stesso ruolo che avevano nella vita. Come nella trilogia dedicata alla vita di Elisabetta di Baviera.

Prodotte nel triennio 1955-1957, le pellicole sulla vita di Sissi avevano portato a Romy popolarità e successo. Un ruolo che gli calzava a pennello, con quella carica di freschezza, ingenuità ed entusiasmo che l'attrice aveva saputo infondere al personaggio. Ai film di quella trilogia intramontabile sotto la regia di Ernst Marischka, erano seguiti lavori più o meno dello stesso tenore. Favole romantiche a lieto fine, o commedie divertenti, in cui l'attrice vestiva spesso i panni della giovane acqua e sapone. Ruoli quasi sempre scelti dalla madre, che voleva gestire la sua immagine. Fino a quando Romy, alla fine degli anni Cinquanta aveva iniziato a ribellarsi. Tanto da rifiutare di girare un quarto film sulla vita di Sissi, già in preparazione, ritenendolo eccessivo e lesivo per la sua carriera artistica.

Romy Schneider e l'incontro sul set con Delon, Visconti e Risi

Ma sarà il successo di quella leggendaria trilogia a determinare una svolta nella carriera di Romy. La chiamata da parte di un grande del cinema internazionale: l'attore Alain Delon, che nel '58 l'aveva voluta accanto nella parte della protagonista del film 'L'amante pura'. Sul set, era scoccato l'amore tra il divo Delon e Romy. L'attore era riuscito così a convincerla a trasferirsi in Francia, a Parigi. Una città che la Schneider aveva amato moltissimo, tanto da eleggere la Francia la propria patria d'elezione. E ciò nonostante la rottura con Delon nel 1964, e la vita sentimentale tormentata dal fallimento di due matrimoni. Da cui però erano nati i suoi figli, David e Sarah, oggi attrice come sua nonna e sua madre. Tra i film dell'icona dal volto di Sissi, 'Il processo' (1962) di Orson Welles, dove si era fatta notare in un folto cast con attori del calibro di Anthony Perkins, Jeanne Moreau ed Elsa Martinelli.

Poi pellicole di produzione francese e italiana, come 'La piscina' (1968) di Jacques Deray in cui aveva ritrovato Alain Delon, o  'Ludwig' (1973) di Luchino Visconti, dove aveva vestito i panni di una più matura e accorata Elisabetta di Baviera, ben diversa dalla spensierata Sissi degli esordi. Inquietante e toccante, il film 'Fantasma d'amore' (1981) di Dino Risi, quasi un segno premonitore del tragico epilogo cui l'attrice sarebbe andata incontro nella vita reale. Qui, nei panni di Anna, Romy Schneider pronuncia una frase che la rende intramontabile, proprio come quando la immaginiamo nel volto senza tempo di Sissi: 'Tu credi davvero che esista il tempo? Il tempo che ci fa invecchiare, che ci consuma, quello sì che esiste. Ma dentro di me io non sono invecchiata, no'.

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