Sua maestà Corrado, il presentatore con la P maiuscola
Corrado, il padre della tv scomparso l'8 giugno del 1999
Nell'ultimo struggente saluto al suo pubblico, disse che i concorrenti della sua 'Corrida' avevano una dote, che non era pazzia, ma autoironia. La stessa che ha sempre contraddistinto, nonostante il suo immenso talento, Corrado Mantoni. Per tutti solo Corrado, la voce della radio italiana, il volto della TV nazionale: conduttore storico, attore, doppiatore, cantante e paroliere italiano. Considerato uno dei padri fondatori della nostra TV, insieme a Mike Bongiorno e Raimondo Vianello, Corrado ci ha lasciato l'8 giugno di diciannove anni fa. Ha lasciato la sua ineguagliabile firma, sia come presentatore che come autore, su molti dei più memorabili programmi televisivi del Belpaese a partire dagli anni Cinquanta, divenendo una presenza fissa e familiare del piccolo schermo e uno dei personaggi più amati di sempre.
Lo ricordiamo tra gli indovinelli e i giochi di parole de 'Il pranzo è servito', o tra i dilettanti allo sbaraglio de 'La Corrida'. Nessuno riesce a non associare il suo volto ai due indimenticabili programmi televisivi. Ma prima ancora, Corrado era in radio. Anzi, era la radio. Considerato il primo conduttore ufficiale della rete nazionale, per oltre quarant'anni è stata la voce del Belpaese. Fu lui che annunciò agli ascoltatori italiani eventi storici come la fine della seconda guerra mondiale o la vittoria della Repubblica al referendum del 2 giugno 1946. Fu anche attore e doppiatore, sulla scia del fratello maggiore Riccardo, con il quale per anni condivise anche lo pseudonimo Corima (ottenuto dalle iniziali dei loro nomi e dal cognome, in seguito utilizzato solo da Corrado), con il quale firmò molti dei suoi più famosi show radiofonici e televisivi.
Nome d'arte Corrado, lo 'scognomato' secondo Totò
A suggerirgli il nome d'arte di Corrado fu il collega Carlo Romano, attore e doppiatore di voci importanti come quella di Jerry Lewis. Da questa sua scelta di utilizzare solo il nome senza il cognome, derivò il soprannome 'lo scognomato' datogli da Totò nella scenetta 'Il premio Nobel'. Grazie alla sua popolarità, nel '49 venne scelto come primo presentatore TV, alla Triennale di Milano, quando le trasmissioni, ancora sperimentali, duravano pochi minuti. Negli anni Cinquanta, per un decennio, fu l'unico presentatore ufficiale, categoria nata con lui, della radio italiana. Contribuì a lanciare Alberto Sordi e lavorò con Nino Manfredi, definì Claudio Villa 'reuccio' della canzone italiana. Portò i suoi spettacoli nelle piazze e nei teatri. Nella sua compagnia vi furono nomi celebri come Nilla Pizzi, Oreste Lionello e Teddy Reno.
Corrado ha interpretato se stesso in molti film. La prima apparizione, come divo dello spettacolo quale era, fu nel film 'Café Chantant' di Camillo Mastrocinque. Poi prestò il volto e la voce alle pellicole di Luchino Visconti e altri famosi registi, lavorando anche con Marcello Mastroianni, Aldo Fabrizi e Walter Chiari. Fra i successi radiofonici: 'Oplà', in cui sostituì Mario Riva e ne fu subito indicato come erede, per rivelarsi poi nella conduzione di 'Rosso e Nero', programma considerato il padre dei varietà radiotelevisivi italiani. Passò in televisione prima degli anni Sessanta, presentando il sabato sera 'Music Hall', dopo aver sperimentalmente già trasmesso suoi programmi radiofonici in TV, come 'Rosso e nero'. Qui aveva come valletta Sophia Loren, e ospitò tra gli altri Danny Kaye e Gregory Peck.
Corrado, il presentatore con la P maiuscola osannato da tutti
Il presentatore dei presentatori, è stato il volto delle più importanti manifestazioni italiane: concerti, premiazioni, 'Miss Italia'. E poi Canzonissima, dove nel '71 lanciò Raffaella Carrà, il Festival di Sanremo. Inventò e condusse Domenica In. Una carriera scintillante e unica, osannato e amato dal pubblico e da molti celebri addetti ai lavori, da Vittorio De Sica a Totò. Di lui lo scrittore e filosofo Umberto Eco disse: "Corrado è l'Italia, perciò l'Italia lo ama". Fu difeso a spada tratta da Indro Montanelli sul Corriere della Sera quando vi furono interpellanze parlamentari a causa della frase che pronunciò in TV, 'L'Italia è una repubblica fondata sulle cambiali'. E ancora, i suoi indimenticabili duetti con Mike Bongiorno, suo 'amico rivale', nei sette anni in cui a cavallo degli anni Novanta condusse il 'Gran Premio Internazionale dello spettacolo'.
La carriera e la vita di Corrado sono stati intensi. Due matrimoni: il primo con Luciana Guerra da cui ebbe un figlio, Roberto Mantoni, e il secondo con la produttrice e autrice televisiva Marina Donato, la sua compagna di sempre. Si erano conosciuti lavorando nel '72 e il loro sodalizio professionale si trasformò in un solido legame sentimentale. Il 27 giugno del '96, dopo 23 anni di convivenza, si sposarono in Campidoglio. La Donato fu per molti anni produttore del fortunatissimo programma televisivo 'La Corrida' e dal 2002 ne è la curatrice. Proprio dal palco di quella trasmissione, durante l'ultima puntata, Corrado si congedò dagli schermi TV. Era il dicembre del '97, quando il presentatore recitò una poesia di commiato con gli occhi visibilmente lucidi, all'insaputa di tecnici, autori e produttori. Disse che era arrivato il tempo di dare il suo 'commosso benservito'. Un anno e mezzo dopo calò il sipario sulla vita di Corrado.
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